“Oggi mi piace ricordare con tanta nostalgia il grande Giorgio Faletti che ci ha lasciato a soli 63 anni per una brutta malattia e che oggi avrebbe compiuto 70 anni“.

Lo dice Giuseppe li Causi, storico di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, appassionato di cinema e conoscitore della storia di tantissimi artisti.

Prosegue Li Causi: “Ricordo il 1994 come un anno felice perché ho conosciuto a Palermo Giorgio dopo qualche settimana che arrivò secondo al Festival di Sanremo con la canzone “Signor Tenente” ispirata e dedicata a tutte le forze dell’ordine che avevano subito le Stragi del ’92 nelle quali persero la vita i giudici Falcone, Morvillo e Borsellino, ed i loro agenti di scorta. E’ una canzone che ancora oggi mi fa molto emozionare.E proprio a Sanremo nei giorni della kermesse canora del 1994 io a Faletti avevo inviato un telegramma di complimenti per quelle belle parole che avevano toccato il cuore di tutti noi italiani in particolare quelli delle forze dell’ordine (delle quali io ho fatto parte tra il 1984 e il 1985 come carabiniere ausiliario).
Lo stesso Faletti mi volle conoscere personalmente appena venuto a Palermo per pubblicizzare il suo disco.
In occasione della sua visita in città, io chiesi a Faletti se per caso quella parola, “minchia” fosse stata messa nel testo della canzone per ricordare che molti uomini delle forze dell’ordine arrivano dal Sud per mancanza di posti di lavoro e in quel periodo molto si arruolavano per un misero stipendio di un milione di vecchie lire al mese”.

Li Causi conclude il suo ricordo con la spiegazione che gli fornì Giorgio Faletti dopo al sua domanda: “Ho messo quella parolina oltre per la rabbia che si grida al Sud per mancanza di lavoro ma anche perché fra le tante forme dialettali questa era quella ad avere il suono più dolce ma anche più drammatico”.

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