Hassan Rohani, presidente iraniano, ha accusato Israele dell’omicidio di Mohsen Fakhrizadeh, scienziato nucleare, assicurando che tale omicidio non fermerà lo sviluppo del piano nucleare di Teheran.

Rohani ha detto: «Ancora una volta, le mani malvagie dell’arroganza globale sono state macchiate con il sangue del regime sionista usurpatore mercenario. L’assassinio del martire Fakhrizadeh mostra la disperazione dei nostri nemici e la profondità del loro odio. Il suo martirio non rallenterà le nostre conquiste». Con «arroganza globale» Rohani si è riferito agli Stati Uniti d’America. Inoltre, Rohani ha affermato: «La nazione iraniana è troppo intelligente per cadere nella trappola della cospirazione sionista. Vogliono creare il caos ma dovrebbero sapere che li abbiamo smascherati e che non ci riusciranno».

Dal canto suo la Guida suprema iraniana, Ali Khamenei, ha chiesto di «punire» i responsabili dell’uccisione dello scienziato. «Bisogna individuare tutti coloro che sono stati coinvolti nell’omicidio e devono essere puniti. E ciò è inevitabile», ha detto il leader iraniano.

Inoltre, è stata convocata una riunione straordinaria del Parlamento di Teheran. Lo ha fatto sapere il portavoce della Commissione Sicurezza nazionale e politica estera, Abolfazl Amouei.

Anche il New York Times parla di Israele dietro l’assassinio dello scienziato. Lo sostengono «un funzionario americano e altri due dirigenti dell’intelligence». Secondo il quotidiano «non è chiaro quanto gli Usa sapessero in anticipo dell’operazione. Ma i due paesi sono strettamente alleati e da molto tempo condividono informazioni di intelligence sull’Iran».

Infine, Hezbollah (ma era ovvio) ha condannato «con forza l’attacco terroristico che ha portato al martirio dell’importante scienziato e professore», rimarcando che l’Iran «darà la caccia ai criminali e taglierà le mani di chi colpisce i suoi scienziati e funzionari, senza guardare a chi appartengano. Condanniamo questa aggressione odiosa e riteniamo che la risposta a questo crimine sia nelle mani dei responsabili iraniani».

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