“E’ necessario un giro di vite nell’azione diplomatica che l’Italia sta portando avanti con la Libia per liberare i 18 pescatori di Mazara del Vallo prigionieri da ormai tre mesi di miliziani che sembra afferiscano al Generale Haftar. L’opera di negoziazione evidentemente deve essere condotta in maniera diversa, magari includendo il coinvolgimento di Paesi amici che in quell’area esercitano grande influenza, e dell’UE che possiede intrinsecamente una forza diplomatica importante. Sicuramente comprendiamo l’esigenza di riservatezza quando la diplomazia si deve muovere per esplorare le possibilità che la situazione offre, ma è indispensabile evitare che tale riserbo, con il tempo, produca un altrettanto comprensibile sensazione di abbandono nelle famiglie, difficile da vincere con gli scarsissimi elementi di cui di fatto si dispone e che si possono proporre ad oggi. Famiglie e armatori che crediamo vadano anche sostenuti economicamente, essendo venuta a mancare la loro fonte di reddito e sostentamento”.

E’ questo il contenuto di una lettera firmata da oltre dieci parlamentari aderenti a diversi gruppi di Camera e Senato nonché da Consiglieri dell’Assemblea Regionale Siciliana e indirizzata al Premier Giuseppe Conte e a Luigi Di Maio per spronare l’esecutivo ad affrontare con rinnovata convinzione la necessità della liberazione dei 18 connazionali entro Natale.

Sulla vicenda è intervenuto oggi anche Raffaele Volpi, presidente del Comitato Parlamentare per la sicurezza della Repubblica.

Ha dichiarato Volpi: “Da tre mesi alcuni marittimi italiani vengono trattenuti in una parte della Libia. Nella certezza che siano stati messi in campo tutti i buoni uffici negoziali e di facilitazione al fine di giungere ad una consensuale e reciproca soluzione, ma non vedendone il concreto riscontro ritengo si debba giungere ad una immediata e definitiva conclusione”.

E ancora: “Credo che tale situazione non aggiunga certamente autorevolezza agli attori locali libici che dovrebbero immediatamente abbandonare un approccio, che se non fosse per i continuativi storici rapporti, parrebbe quasi un atteggiamento ostile avverso al nostro paese. Nella certezza che non sia così auspico una immediata soluzione della questione appellandomi ad un’ampia convergenza di intenti sia della parte libica sia della comunità internazionale nel comune interesse in questo particolare momento delle rinnovate relazioni Interne libiche. Ritengo che queste riflessioni non possono essere più rinviabili anche all’interno del governo italiano“, ha concluso Volpi.

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