“Aperture di tutte le attività senza discriminazioni di settori merceologici, ma con le dovute cautele già fissate dai protocolli di sicurezza”. Lo afferma la Confcommercio Siracusa che contesta la zona rossa in Sicilia, i cui effetti si sono riverberati sulle attività commerciali, da qui la richiesta, in una lettera inviata alla Regione ed al Governo nazionale, per cambiare rotta.

Le proposte

L’associazione ha fissato un elenco di proposte, condite da prescrizioni in tema di sicurezza sanitaria. “Servono – spiega il presidente della Confcommercio Siracusa, Elio Piscitello – controlli serrati per la corretta applicazione delle norme, qualora le forze dell’ordine non avessero le unità sufficienti a presidiare i territori, chiediamo l’impiego delle forze armate,  per evitare assembramenti specie nelle attività che richiamano i più giovani o nelle piazze”.

“Inoltre, chiediamo ristori immediati e sostanziali secondo la perdita di fatturato e non per codici ateco o settori merceologici. Ed ancora, indennizzi adeguati anche alle aziende – start up – che hanno avviato la propria attività a
partire dal 2019, defiscalizzazione e decontribuzione per i possessori di partita iva per tutte le mensilità, blocco immediato della tassazione e della contribuzione su tutti i livelli  per tutto il 2021, e moratoria dei mutui e di qualsiasi impegno finanziario delle aziende, degli autonomi e dei professionisti e di tutto il mondo delle partite iva”.

I numeri

La Confcommercio Siracusa teme un collasso del sistema merceologico in tutta la provincia. Secondo l’assocazione, a fronte di 38 mila imprese, 9 mila di queste rischiano la chiusura.

“Una ecatombe – dice  il presidente della Confcommercio Siracusa, Elio Piscitello – annunciata che il nostro tessuto sociale, oltre che economico, non si può e non deve permettersi. Siamo rispettosi della salute di tutti e siamo pronti ai sacrifici per l’emergenza sanitaria, ma
dobbiamo salvaguardare l’emergenza sociale ed economica alla stessa stregua, pertanto aspettiamo rapide risposte senza le quali saremo costretti ad organizzare manifestazioni pubbliche di protesta, per salvare le aziende, i lavoratori e l’economia della nostra provincia”.

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