• Visite specialistiche tardive per i detenuti
  • La Procura ha aperto un’inchiesta
  • Il Pd compirà un sopralluogo in carcere

E’ bufera dopo l’inchiesta della Procura di Siracusa che ha aperto un fascicolo in merito a dei presunti ritardi, fino a 2 anni, nell’esecuzione degli esami specialistici e degli interventi chirurgici nei confronti dei detenuti del carcere di Siracusa.

Attese infinite

“Stiamo predisponendo un prossimo sopralluogo per ascoltare anche gli agenti di polizia penitenziaria di Siracusa dai quali è partita la segnalazione sulle infinite attese”  spiega Marco Guerriero, componente della segreteria regionale del Pd. La vicenda giudiziaria, come anticipato ieri da BlogSicilia, è nata anche dalle segnalazioni del garante dei detenuti del penitenziario di Siracusa, Giovanni Villari, che è stato già ascoltato dagli inquirenti, negli uffici del palazzo di giustizia del capoluogo siciliano.

Il garante dei detenuti

“È gravissima la denuncia del garante – dice Marco Guerriero –  dei detenuti del carcere di Siracusa che nel corso delle indagini avviate dalla Procura, ha illustrato la barbara procedura e le infinite lungaggini a cui vengono sottoposti i detenuti dall’Asp siracusana. Una ingiustizia oltremodo inaccettabile. Qui sono in ballo diritti inviolabili dell’uomo, che nessuno può permettersi di negare”.

Il garante ha anche scritto una lettera alla direzione generale dell’Asp di Siracusa ed al dirigente sanitario provinciale dell’Asp, Salvatore Madonia chiedendo di motivare le ragioni di questi ritardi sia per le visite diagnostiche sia per gli interventi chirurgici. Inoltre, come denunciato da Villari, non è ancora entrata in funzione l’unità radiologica mobile, che era stata annunciata nello scorso mese di ottobre.

Vaccini in carcere

Ma il Pd, in merito alla situazione nelle carceri, chiederà una rapida campagna di vaccinazione.

“Proprio in tale direzione, – continua Guerriero – nei giorni scorsi, abbiamo chiesto di inserire tra le priorità della Regione la vaccinazione nelle carceri per gli agenti di polizia penitenziaria, le detenute e i detenuti, gli operatori carcerari e per coloro che entrano negli istituti di pena per motivi di difesa, trattandosi di luoghi chiusi particolarmente soggetti al rischio di diffusione del virus. Purtroppo i 49 detenuti positivi registrati ieri al Pagliarelli di Palermo rendono più che realistiche le nostre preoccupazioni. Un appello che non deve assolutamente cadere nel vuoto visto che, ad oggi, Musumeci ha fatto orecchio da mercante”.