• Manca la parifica del bilancio 2020 davanti alla Corte dei Conti
  • Senza il pronunciamento non si può approvare il bilancio di previsione 2021
  • Se il previsionale non sarà approvato entro il 28 febbraio salta l’accordo con lo Stato
  • A rischio 421 milioni che verrebbero liberati da quell’accordo

“La Finanziaria entro il 28 febbraio, come previsto dall’accordo del governo Musumeci con Roma? Bello, peccato che questo sia quasi impossibile. Se in questo lasso di tempo non arriva la parifica della Corte dei Conti del rendiconto precedente, infatti, possiamo fare l’assestamento e null’altro”.

Lo afferma il deputato del M5S all’Ars, componente della commissione Bilancio, Luigi Sunseri che di fatto sottolinea un problema che esiste. La Corte dei Conti, infatti, non ha ancora avviato il processo che deve portare alla parifica di bilancio 2020 e senza questo pronunciamento non esiste una base solida dalla quale partire per il bilancio di previsione 2021. Ogni scelta, infatti, rischierebbe di mandare i conti gambe all’aria se la Corte, come è probabile che accada, disporrà modifiche e aggiustamenti al bilancio ormai chiuso. Modifiche che inevitabilmente inciderebbero sul bilancio triennale e sul previsionale 2021.

“Musumeci, i suoi assessori e anche Miccichè – afferma Sunseri – sappiano che fare la Finanziaria entro febbraio è quasi un miraggio. E non lo dicono solo i tempi risicati che ci separano da quella data, ma precisi riferimenti normativi: l’articolo 1 comma 787 della legge 178 del 2020 dice che questa assemblea non può fare nulla se non l’assestamento, se prima non arriva la parifica del rendiconto da parte della Corte dei Conti. Quindi nulla che possa vedere liberazione dell’avanzo e spesa per investimenti”.

Contro modalità e tempi dell’accordo con Roma si sono espressi gli altri deputati intervenuti in aula durante il dibattito proprio sull’accordo, che hanno stigmatizzato il comportamento di Musumeci che, dicono, “ha vergognosamente ignorato il Parlamento regionale nella fase che ne ha preceduto la sottoscrizione e anche in fase di analisi dello stesso”. I deputati hanno anche lamentato di aver lavorato sul ddl che doveva dare ristori a tanti settori economici dell’isola e che difficilmente vedrà la luce e hanno auspicato che i prossimi impegni del governo si ispirino a tre criteri: verità, sostenibilità e digitalizzazione.

Il capogruppo Giovanni Di Caro ha ribadito anche l’esigenza dell’immediata istituzione di una commissione che vigili sul rispetto dei termini dell’accordo col governo centrale.

Ma cosa accadrebbe se l’allarme pentastellato dovesse tramutarsi in realtà? La mancata approvazione del bilancio di previsione entro il 28 febbraio metterebbe a rischio riforme e tagli concordati con Roma e dunque, di conseguenza, anche l’efficacia dell’accordo che spalma in dieci anni la copertura della parte restante del disavanzo regionale rimasta fuori dal mutuo stipulato da Crocetta e compagni. La conseguenza sarebbe il venire meno immediatamente, nell’anno in corso, di 421 milioni di euro e il blocco delle spese per investimenti fino alla chiusura del bilancio in pareggio.

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