E’ morta per un tragico e folle gioco, una sfida sul social network Tik-tok molto in voga tra i ragazzi. Una challenge di soffocamento estremo con cui i ragazzi si sfidano tra loro.

Antonella Sicomero, 10 anni, in un vicolo della Kalsa, quartiere popolare nel centro storico di Palermo, si era aperto un profilo sul mondo virtuale che come spiega il professore di psichiatria dell’università di Palermo Daniele La Barbera “aumenta in modo esponenziale i bisogni degli adolescenti quali l’emulazione, il rischio e spettacolarizzazione.

E’ da mesi che lanciamo l’allarme sui pericoli a cui sono esposti gli adolescenti, ma restiamo inascoltati”.

Gli adulti troppo spesso distratti si accorgono di queste emergenza quando si trovano davanti a queste tragedie. La piccola si è chiusa in bagno mercoledì sera e si è legata al collo una cintura che ha fissato al termosifone. Non si è assolutamente resa conto che stava partecipando ad un gioco mortale.

La corsa all’ospedale dei Bambini, dopo che il padre l’ha trovata cianotica non è servita a salvarla. Per troppi minuti l’ossigeno non è arrivato al cervello provocando danni irreversibili. Ieri è stata dichiarata la morte cerebrale. I genitori due operai che hanno un’altra figlia e un terza in arrivo hanno acconsentito all’espianto degli organi.  Secondo le prime indagini condotte dalla squadra mobile di Palermo la piccola avrebbe preso parte al ‘black out challenge’, un folle ‘gioco’ che va di moda fra gli adolescenti, diffuso sui social e in particolare su ‘Tik Tok’. Sono state aperte due inchieste.

Una coordinata dal procuratore dei minori Massimo Russo e dal sostituto Paola Caltabellotta e l’altra dal procuratore aggiunto della Procura ordinaria Laura Vaccaro che coordina le indagini sui reati che coinvolgono le fasce deboli. Se davvero la bambina ha partecipato alla chat e una volta dichiarata la morte cerebrale scatterebbe l’ipotesi di istigazione al suicidio. La regola della chat prevede, infatti, che vince chi riesce a resistere più a lungo con una corda al collo.

È incredibile, ma è così. Il telefonino della bimba è stato sequestrato e sarà analizzato nelle prossime ore.  Da alcune testimonianze, frammentarie alla luce della tragicità degli eventi, è che la piccola già in precedenza aveva partecipato alla sfida via chat.

“Siamo davanti ad un evento tragico e rivolgiamo le nostre più sincere condoglianze e pensieri di vicinanza alla famiglia e agli amici di questa bambina. La sicurezza della community TikTok è la nostra priorità assoluta, siamo a disposizione delle autorità competenti per collaborare alle loro indagini”: così un portavoce di TikTok sul caso a Palermo di una bambina che ha partecipato a una prova estrema sulla piattaforma e per cui è stata dichiarata la morte celebrale.

“Nonostante il nostro dipartimento dedicato alla sicurezza non abbia riscontrato alcuna evidenza di contenuti che possano aver incoraggiato un simile accadimento, continuiamo a monitorare attentamente la piattaforma come parte del nostro continuo impegno per mantenere la nostra community al sicuro. – aggiunge il portavoce di TikTok – Non consentiamo alcun contenuto che incoraggi, promuova o esalti comportamenti che possano risultare dannosi. Utilizziamo diversi strumenti per identificare e rimuovere ogni contenuto che possa violare le nostre policy”. Il 22 dicembre il Garante Privacy ha aperto un procedimento su TikTok, proprio in merito alla protezione dei minori. La piattaforma, pochi giorni dopo, ha messo una stretta ai profili degli ‘under 16’.

“Sono sotto shock, come credo sia sotto shock tutta la città, per la tragedia che ha visto oggi una bambina vittima delle ‘sfide social’.

Una tragedia che ci interroga. Ci interroga sulle relazioni fra i giovani mediate dagli smartphone, sul ruolo sociale che alle nuove tecnologie stiamo sempre più delegando, sul rapporto fragile ma potente che sempre più giovani e adulti costruiscono e forse subiscono con i propri device digitali.
Credo non sia più rinviabile una riflessione su questi temi da parte di tutti noi, ancor di più nel momento in cui la pandemia ci ha sempre più spinto verso la comunicazione digitale, facendone apprezzare le indiscusse potenzialità e positività.
Nel disporre che siano esposte a mezz’asta le bandiere negli edifici comunali, chiedo a tutti i dirigenti scolastici di far sì che il mondo della scuola partecipi a questo momento di dolore, osservando domani nelle classi un minuto di silenzio.
Ai genitori, a tutti i familiari e amici di questa bambina un affettuoso e sentito abbraccio da parte della città, ancor più sentito ed emozionato nell’apprendere della decisione di acconsentire alla donazione degli organi. Un grande gesto di amore e di sensibilità”.
Lo dichiara il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.

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