• La Sicilia ha un indice Rt superiore a 1 mentre la media paese scende a 0.97
  • La Regione resta in zona rossa come previsto fino a fine mese
  • La frenata dell’epidemia nel Paese è più consistente rispetto alla Sicilia
  • L’Isola è fra le quattro regioni in area critica
  • Reggono i servizi sanitari

E’ un rapporto con luci ed ombre quello dell’Istituto superiore di sanità di questo venerdì. Un rappporto che segnala come l’epidemia da covid19 segni una frenata ma ancora troppo modesta per considerarla significativa. Per la prima volta da cinque settimane l’indice Rt nazionale scende ma la situaizone è molto diversa da regione a regione. 

La Sicilia mostra indici ancora sopra la media nazionale e sopra il livello 1 anche nel minimo della forbice ed uno scenario 2 quindi ancora a rischio. Ma ci sono regioni che pur mostrando indici più incoraggianti, non mostrano segnali di riduzione del contagio e restano per troppe settimane consecutive inarea a rischio.

Complessivamente, sono quattro le Regioni con una classificazione di rischio alto, dato positivo visto che la scorsa settimana erano ben undici; 11, invece, con rischio moderato (di cui cinque ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e sei con rischio basso. Due Regioni hanno un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel limite inferiore, compatibile quindi con uno scenario di tipo 2. Si tratta di Sicilia e Puglia

Le altre hanno un Rt puntuale compatibili con uno scenario tipo uno e dunque di epidemia sotto controllo anche se con possibilità di progressione da tenere sotto analisi

Entrando nello specifico nel periodo 30 dicembre 2020 – 12 gennaio 2021, preso in esame per questo report l’indice di trasmissibilità Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,97 (con un minimo di 0,85 e un massimo di 1,11), in diminuzione dopo cinque settimane di crescita. La tendenza è ad ulteriore diminuzione nella settimana successiva dal 12 al 19 gennaio che sarà al centrod el prossimo treport ma della quale si intravedono i primi segnali.

Sul fronte dei ricoveri sono 12 le Regioni che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (stesso numero della settimana precedente). Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale, invece, è sceso sotto la soglia critica  del 30%) ma ci sono differenze regionali sensibili.

Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in diminuzione da 2.636 (12/01/2021) a 2.487 (19/01/2021); il numero di persone ricoverate in aree mediche è, anche quello, in diminuzione, passando da
23.712 (12/01/2021) a 22.699 (19/01/2021). Questa tendenza a livello nazionale, si legge nel monitoraggio, ‘sottende forti variazioni inter-regionali con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all’incidenza impongono comunque misure restrittive”.

Oltre al parametro Rt che desta attenzione se non preoccupazione per Sicilia e Puglia, ci sono altri due paramtri preoccupanti per l’Umbria) e la Provincia Autonoma di Bolzano che sono state classificate a rischio alto per la
terza settimana consecutivae questo prevede specifiche misure da adottare a livello provinciale e regionale.

In base al rapporto dovrebbero scattare misure di ulteriori restrizioni in Umbria e nella provincia di Bolzano, dovrebbero restare le misure della zona rossa rinforzata in Sicilia mentre per la Puglia sono consigliare misure più restrittive. La lombardia, invece, chiede di uscire dalla zona rossa male indicazioni prucdenziali, sia pur ein miglioramento, consigliano di mantenere le restrizioni

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