• Sequestrato un cantiere nel centro storico a Palermo per opere abusive
  • Dura la reazione della proprietà che informa sapere di essere in possesso di regolari permessi
  • La presa di posizione del sindaco Orlando
  • L’invito dell’impresa al sindaco a documentarsi e a prendere provvedimenti avverso i propri uffici periferici
  • Il piano di riqualificazione del centro storico a Palermo
  • La rettifica del Comune 5 giorni dopo la prima notizia

Il sequestro

Un’area di cantiere è stata posta sotto sequestro preventivo dal Nucleo Tutela Patrimonio Artistico su disposizione del tribunale, a Palermo. All’interno dell’area che si trova tra le vie Madonna della Volta, Vicolo Madonna della Volta, piazzetta Brunaccini e via Casa Professa erano in corso senza le necessarie autorizzazioni dei lavori di demolizione di una porzione di muratura di grandi dimensioni parte dei ruderi della chiesa di Santa Maria della Misericordia.

Inoltre l’area era sprovvista della adeguata cartellonistica, delle necessarie misure di sicurezza e della recinzione esterna a protezione dell’incolumità pubblica in fase di demolizione. Per il proprietario G.C. e per il direttore dei lavori S. F. è scattato il deferimento all’Autorità competente.

La presa di posizione

Il sindaco Leoluca Orlando sottolinea che questi lavori  rappresentano “Una ferita nel centro storico, nel quale stiamo programmando interventi di riqualificazione e manutenzione e dove non si può tollerare che avvengano lavori abusivi che per di più mettono a rischio le persone”,mentre il vice sindaco Fabio Giambrone, anche a proposito del fatto che il sequestro è partito per alcune segnlazioni giunte da privati, sostiene che “E’ importante che i cittadini segnalino sempre anomalie e comportamenti alla Polizia municipale che conferma di essere presente e pronta ad intervenire sanzionando le irregolarità”

La replica della società

Reagisce con forza la società  Iride srl proprietaria dell’area attraverso il proprio avvocato Salvatore Matta “L’opera in questione è regolarmente assentita dal Comune di Palermo con permesso a edificare numero 5 del 10 gennaio 2020 con atto in protocollo 18104. Peraltro la società è in possesso di un documento di destinazione rilasciato appena pochi giorni or sono ovvero il 19 gennaio 2021”. L’avvocato Matta racconta a BlogSicilia anche che “Esiste un contenzioso per via amministrativa per un ricorso presentato da confinanti sul quale, però, il Tar non si è pronunciato in alcun modo neanche in via cautelare nonostante sia trascorso circa un anno e mezzo dal deposito”

“Dispiace – aggiunge l’avvocato Matta – per la dichiarazione del sindaco Orlando. Mi auguro che alla luce della sua competenza, presa visione degli incartamenti riguardanti queste opere, prenda gli opportuni provvedimenti nei confronti degli uffici periferici che lo hanno indotto in errore”

Il piano per il centro storico

Il piano prevede la divisione degli interventi in quattro aree, che non corrispondono con quelle dei mandamenti storici: Kalsa, Ballarò, Piede Fenicio e Teatro Massimo.

Un gruppo di progetti sarà poi finalizzato ad interventi “dematerializzati” per il potenziamento e per la fruibilità del sistema museale cittadino.

Nel primo “distretto” rientrano 10 progetti per complessivi 29 milioni di euro. Fra questi spiccano un corposo intervento a piazza Magione, con il restauro del Convento della Sapienza e diversi interventi di rifacimento delle pavimentazioni in vie e piazze del quartiere, nell’ottica della loro futura pedonalizzazione e fruizione pubblica. Sono poi previsti, anche con l’intervento della Sovrintendenza regionale, interventi di restauro del Convento delle Carmelitane Scalze, dello Spasimo e del Convento della Gancia.

Nell’area di Ballarò, dove sono previsti complessivamente 6 progetti per poco meno di 14 milioni, gli interventi si focalizzeranno soprattutto sul restauro di Palazzo Marchesi e del Palazzo Fiumetorto Giallongo. Anche qui una serie di interventi sulle pavimentazioni e sui servizi a rete sarà poi finalizzato alle pedonalizzazioni e alla fruizione pubblica. L’area del cosiddetto “Piede Fenicio”, inclusa fra i corsi del Kemonia e del Papireto vedrà l’impegno di 19 milioni su 9 progetti, in gran parte lungo e attorno al Cassarò.

Particolarmente suggestivo il progetto che riguarda il complesso di Palazzo Gulì e del Museo Riso (quest’ultimo a cura della Regione Siciliana) che permetterà di realizzare un collegamento ciclopedonale fra Piazza Bologni e Piazza del Gran Cancelliere. Tre progetti saranno poi finalizzati alla valorizzazione del percorso Unesco Arabo-Normanno dall’area retrostante la Cattedrale, lungo tutto il Cassaro.
Ultima area oggetto dell’intervento sarà quella prossima al Teatro Massimo: poco meno di 22 milioni concentrati in 5 interventi, fra cui il più corposo (12 milioni) è quello che prevede il restauro dell’ex Collegio di San Rocco, oggi sede di facoltà universitarie, che sarà riconvertito, per le parti non utilizzate dall’Università, con finalità espositive e museali. Sempre in quest’area, sarà recuperato l’ex Convento di San Basilio, destinato a diventare la “Casa delle culture” della città.

Un ultimo gruppo di progetti prevede interventi “immateriali” per il potenziamento del sistema museale: 6 milioni destinati alla creazione di un “Sistema museale integrato” con percorsi didattici multimediali e virtuali, la realizzazione di mostre itineranti sulla Sicilia Greca ed infine interventi a sostegno delle imprese di servizi culturali.

La rettifica del comune in data 27 gennaio 2021

In merito a questa notizia in data 27 gennaio il comune di Palermo ha diffuso una nota di rettifica che si riporta integralmente:

Con riferimento alla notizia diffusa da questo ufficio stampa in data 22.01.21 (https://www.comune.palermo.it/noticext.php?cat=1&id=30360) si precisa che a seguito dei controlli effettuati dalla Polizia Municipale su segnalazione di presunti lavori abusivi, è risultato che il cantiere, di cui si è proceduto al sequestro su disposizione del Tribunale di Palermo, risultava sprovvisto di adeguata cartellonistica, nonché delle necessarie misure di sicurezza e recinzione esterna a protezione dell’incolumità pubblica. Non è risultato, a seguito dei controlli, che i lavori si svolgessero “senza le necessarie autorizzazioni.”, come erroneamente riportato nella notizia diffusa in precedenza.
In ogni caso, per le irregolarità sopra citate, il proprietario G.C. e il direttore dei lavori S.F. sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria.