Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, davanti al gip di Termini Imerese, Mario Pecoraro e Carlo Salvatore Sclafani i due imprenditori fermati dai carabinieri a Bolognetta e accusati di associazione mafiosa, estorsione, illecita concorrenza, falso e autoriciclaggio.

Il provvedimento di fermo non è stato convalidato, ma a entrambi è stata applicata la custodia cautelare in carcere. Mario Pecoraro è difeso dagli avvocati Domenico La Blasca e Giovanni Rizzuti mentre Carlo Salvatore Sclafani dagli avvocati Antonio Gargano e Raffaele Bonsignore.

Le indagini sono state condotte dai carabinieri della compagnia di Misilmeri e coordinate dal procuratore aggiunto della Dda di Palermo Salvatore De Luca.

Secondo quando accertato dai militari, i due imprenditori si sarebbero messi a disposizione della cosca mafiosa e avrebbero tratto vantaggio nella loro attività imprenditoriale dagli storici rapporti avuti con il capo mandamento di Belmonte Mezzagno, Salvatore Sciarabba, arrestato nel blitz Cupola 2.0 del dicembre di tre anni fa.

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