• La situazione della gestione della raccolta rifiuti nel Palermitano
  • La copertura della sesta vasca, il via libera della Regione e la possibilità di abbancamento per altri sei mesi
  • I sindacati dei lavoratori Rap premono per un confronto su efficientamento servizi, nuovi impianti a Bellolampo e riorganizzazione aziendale

“Non c’è pace per i lavoratori dell’azienda di igiene ambientale di Palermo, ogni anno si apre con la solita prospettiva di difficoltà economiche che bloccano qualsiasi ipotesi di reale sviluppo industriale, di miglioramento della gestione dei servizi di pulizia della città e della qualità di vita professionale dei lavoratori”.

Esordiscono cosi le organizzazioni sindacali aziendali di Rap, Fit Cisl, Uiltrasporti, Fiadel e e Filas, che aggiungono: “Riteniamo urgente l’avvio di un confronto serrato con l’amministrazione comunale e con le forze politiche consiliari, al netto del predominio della burocrazia comunale, al fine di condividere una strategia finalizzata all’efficientamento dei servizi, che non può prescindere dagli investimenti per la realizzazione del polo impiantistico in Bellolampo, dalla riorganizzazione aziendale, dalla crescita professionale dei lavoratori e dalle assunzioni”.

“A Palazzo delle Aquile sono tutti pronti a chiedere la costruzione di nuovi impianti, l’allargamento della raccolta differenziata all’intero territorio cittadino e le assunzioni di lavoratori, ma chi si preoccupa di non mettere a rischio la continuità aziendale attraverso il riconoscimento dei costi sostenuti nell’anno 2020 ed il completamento dell’annunciata ricapitalizzazione di cui si son perse le tracce?”. I sindacati di Rap proseguono poi, “di contro in queste ore si registra la richiesta dell’amministrazione comunale di un’ulteriore riduzione dei servizi effettuati dalla Rap, dopo quelli già tolti in sede di approvazione del contratto di servizio, che determinerebbe un aggiuntivo abbattimento dei ricavi dell’azienda. E’ arrivato il momento di fare chiarezza, è una evidente contraddizione quella di provare a stralciare i crediti dell’azienda, anche attraverso formulazioni transattive, imporre la rivisitazione dei servizi aziendali al ribasso, non approvare il piano economico finanziario sulla tari, il cosiddetto PEF-Tari, e contestualmente disporre, quale socio unico, il raggiungimento di obiettivi di elevato profilo industriale senza un centesimo di investimento, né riconoscendo i crediti per i servizi ordinari che oggi si attestano a circa 50 milioni”.

Secondo Fit Cisl, Uiltrasporti, Fiadel e e Filas, “L’informatizzazione dei CCR, la costruzione dell’impianto di valorizzazione della frazione secca, dell’impianto di biometano, dell’impianto per la trasformazione dei rifiuti ingombranti, l’allargamento della raccolta differenziata all’intera città, le assunzioni di lavoratori ed una nuova vera riorganizzazione societaria sono tutti temi condivisibili, ma sia chiaro che in assenza di adeguate risorse economico-finanziarie è solo ‘aria fritta’: ne abbiano consapevolezza anche in Consiglio Comunale, abbiamo l’impressione che alcuni consiglieri più che ricercare e contribuire ad uno reale sviluppo dell’azienda, siano più impegnati in dinamiche politico-elettoralistiche, e di questo non ci sorprendiamo, che però non possono essere separate dalla tutela e salvaguardia della res pubblica e di una serena continuità aziendale”.

“Serve invece un impegno vero e trasversale di tutta la politica comunale, che con responsabilità una volta e per tutte assuma decisioni finalizzate a rendere il sistema rifiuti cittadino al passo con le disposizioni nazionali e comunitarie, con la raccolta differenziata ed il recupero dei materiali, con nuova tecnologia green e con la significativa riduzione dell’abbancamento in discarica che al 2035 non dovrà superare la quota del 10%, con una nuova riorganizzazione aziendale che preveda assunzioni e che certamente non può tradursi nello spacchettamento degli asset aziendali o in eventuali esternalizzazioni, contro le quali ci opporremo con tutta la massa critica dei lavoratori, non resteremo inermi dinanzi ad una nuova fase di decadenza aziendale”.

I sindacati di Rap concludono: “La Rap deve diventare il soggetto gestore dell’intera Area Metropolitana, detentrice di impianti di valorizzazione dei rifiuti e di produzione di energia che rispondano alle esigenze di più territori, invece continua a essere politicamente percepita quale azienda locale comunale di raccolta e trasporto rifiuti. Se al Nord le aziende pubbliche di igiene ambientale ristorano le casse dei comuni offrendo, tra l’altro, servizi di notevole efficienza, lo si deve al reale cambio di passo della politica di quei territori, che hanno prima concesso investimenti concreti alle Società Pubbliche e subito dopo ne hanno imposto uno sviluppo industriale virtuoso, oggi sotto gli occhi di tutti” .