• Oggi l’udienza di convalida del fermo del 19enne accusato del delitto
  • La ricostruzione degli inquirenti
  • Il racconto dei testimoni sui trascorsi della coppia
  • Le convinzioni del Pm

C’è un video che incastra Pietro Morreale, il giovane di 19 anni accusato di avere ucciso la fidanzata. Si vede la Fiat Punto del ragazzo che passa e spassa nella zona dove è stato trovato il cadavere della giovane prima alle 2:37 ed è tornato indietro alle 2:43. Poi la stessa macchina passa alle 3:28 con rientro alle 3:40.

Poi c’è la prima ispezione del medico legale nel luogo dell’omicidio che parla di un volto tumefatto nella zona orbitale laterale sinistra.

Sono i passaggi salienti che hanno portato al fermo del giovane di 19 anni di Caccamo che ancora tante cose deve spiegare su quanto successo la notte tra sabato e domenica.

La ricostruzione degli inquirenti

La tragedia di Caccamo ha un inizio. Le 9.14 di domenica. Quando arriva la telefonata ai carabinieri. Viene riferito che di Roberta non c’è traccia dalla scorsa notte.

Alle 9.20 Pietro Morreale, si presenta in caserma con il padre e un avvocato. Porta i militari sul luogo del ritrovamento del corpo. Qui avviene uno scontro verbale molto acceso con il padre. La presenza dei carabinieri mette fine alla lite.

Vengono trovati brandelli di jeans bruciati. Non ci sono altri segni di incendio, né tracce di sangue se non quelle rinvenute appena viene spostato il corpo. Non si esclude dunque che Roberta possa essere stata uccisa altrove e trasporta nel luogo dove è stata abbandonata.

Il racconto del fermato

Pietro racconta la sua versione che non viene creduta dagli investigatori che lo trovato molto freddo nonostante tutto  che è successo. Racconta di un litigio e Roberta che si sarebbe data fuoco con della benzina.

Dichiara di non averla uccisa. “Durante la lite Roberta -racconta Pietro – avrebbe preso della benzina che tenevo in macchina se la sarebbe versata e si è data fuoco”.  Lui ha pure tentato di soccorrerla e per questo si è bruciato la mano destra. Quindi ha abbandonato il cadavere ed è rientrato a casa. Appena i genitori si sono svegliati gli ha raccontato tutto. Il padre aggiunge che il figlio è rientrato alle 4, sotto choc ed è svenuto.

Il dolore della famiglia

In casa di Roberta non si danno pace. Il padre imbianchino e la madre impiegata in un’impresa di pulizie sono distrutti.  Ai carabinieri di Termini Imerese ricostruiscono che sabato la figlia e il fidanzato trascorrono il pomeriggio a casa ed escono verso le 23 per riunirsi con degli amici. La madre si è addormentata per svegliarsi alle 6. La figlia non è rincasata. Subito corre nell’abitazione dove sa che si sono riuniti. Niente, Roberta non è neppure lì. La madre la chiama al telefono, che risulta spento. Finalmente le risponde Pietro. Dice di avere accompagnato Roberta a casa alle 2:10 e che non hanno litigato.

Il racconto dei testimoni sui trascorsi e le indagini

Secondo quanto raccontano amici e testimoni Pietro avrebbe picchiato Roberta in passato. Ci sarebbe stata una lite e un occhio nero. Ci dovrebbe essere anche una foto.

Le indagini dei carabinieri fin qui hanno trovato diversi indizi che messi uno dietro l’altro hanno portato ad emettere il provvedimento  di fermo con l’accusa pesantissima di omicidio volontario e occultamento di cadavere.

Sono state passate al setaccio tutte le telecamere di sorveglianza del paese.  Alcune nella zona dove è stato trovato il corpo hanno ripreso la Fiat Punto di Pietro Monreale è transitata per due volte lungo la strada che porta alla trazzera. Il primo passaggio è delle 2:37 ed è tornato indietro alle 2:43. Successivamente si nota un secondo passaggio della stessa macchina alle 3:28 con rientro alle 3:40.

Oggi ci sarà la convalida del fermo e poi l’autopsia.

 

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