• A Casa Minutella il tema del ‘colore’ della Sicilia.
  • Ospiti Minardo e Figuccia (Lega), Dipasquale (PD) e Aricò (Diventerà Bellissima).

Sicilia zona rossa o arancione o gialla? È stato questo il tema affrontato dalla 29esima puntata di Casa Minutella, il talk show cult condotto da Massimo Minutella, in diretta su BlogSicilia.it.

Nino Minardo (deputato nazionale e segretario regionale della Lega)

Nino Minardo

«Non mi ha mai entusiasmato il meccanismo dei colori che ha generato confusione tra i cittadini – ha affermato il leghista Nino Minardo – Essere l’unica Regione rossa non è motivo di vanto ma vuol dire che stiamo vivendo un momento grave dal punto di vista sanitario. Siamo in emergenza e condivido la posizione del presidente Nello Musumeci e dell’assessore Ruggero Razza di stare all’erta e di usare tutta la prudenza necessaria affinché il contagio si riduca al minimo e fermato al più presto».

«Tuttavia – ha proseguito Minardo – non possiamo dimenticare il punto di vista economico. Siamo tutti consapevoli che questa situazione si prolungherà per parecchie settimane se non mesi e il piano vaccini è saltato. Per cui è necessario rivedere questa posizione affinché si metta l’economia in sicurezza, seppur con tutte le restrizioni del caso».

«Se apre il barbiere – ha continuato Minardo – perché non può farlo anche il barista, il ristoratore o il commerciante? È, infatti, fondamentale che l’economia possa ripartire. Ed è importante che il governo nazionale dia una mano a quello regionale per esercitare i dovuti controlli. Perché c’è sempre una minoranza che non rispetta le regole e, quindi, dà luogo a fenomeni che alimentano i focolai. E non c’è solo il problema sanitario o economico ma anche il dramma personale di chi vive questa situazione da troppo tempo».

Per Minardo, pertanto, «la Sicilia dovrebbe essere arancione come il resto d’Italia ma io aggiungo di più. Dobbiamo lavorare affinché in tutta Italia le attività commerciali possano ricominciare in sicurezza. Il controllo, poi, deve essere a carico dello Stato».

Alessandro Aricò (deputato regionale di Diventerà Bellissima)

«Sono favorevole da quanto dichiarato da Nello Musumeci – ha affermato Aricò – perché noi tutti abbiamo avuto esperienze di conoscenti che hanno persino affittato stanze nei Bed&Breakfast in tutta la Sicilia per passare il Natale e il Capodanno insieme. Sapevamo tutti dei problemi conseguenti. C’è stata un’impennata dei contagi dopo le Feste. Musumeci ha fatto bene a chiedere la zona rossa».

Il deputato regionale ha aggiunto: «Dopo il periodo di natale e Capodanno pensavo che dovessimo arrivare al lockdown, che è più forte della zona rossa. Sui social media ho postato un video che riprende in diretta via Maqueda dove c’era grandissima confusione. Chi deve fare i controlli? La Regione non ha la polizia. Questo deve essere demandato ai servizi di sicurezza e alla Polizi comunale. Probabilmente, nelle città più grosse ci vorrebbe un controllo più serrato. Sarei anche disponibile ad accettare la riapertura della ristorazione e di altri negozi (come l’abbigliamento) ma ci vuole maggiore controllo della polizia locale e responsabilità da parte dei cittadini».

Nello Dipasquale (deputato regionale del Partito Democratico)

Nello Dipasquale

Dipasquale del PD ha ricordato: «Avevo chiesto già la zona rossa a novembre ma non è stato possibile e ho ritenuto un errore la richiesta della zona arancione da parte di Musumeci a inizio gennaio quando andava istituita quella rossa nelle città metropolitane. Tra l’altro, abbiamo avuto due settimane di zona rossa nelle province di Agrigento e Ragusa con 30 contagi. Abbiamo pagato un prezzo altissimo. Penso, infatti, che ci sono province che potrebbero diventare zone gialle».

DiPasquale ha anche detto: «Musumeci non ha chiesto la zona rossa perché spinto dai deputati del PD. Non ha ascoltato neanche la Lega. Alcuni miei colleghi hanno chiesto di assegnare la zona rossa a Catania, Messina e Palermo, ovvero le città metropolitane, e la zona aranzione al resto dell’Isola. Per quanto riguarda i controlli, bisognava fare un raccordo a livello regionale, coinvolgendo i sindaci, le polizie municipali e le guardie giurate con cui fare i piani di controllo e verifica».

Vincenzo Figuccia (deputato della Lega)

Il deputato regionale della Lega ha affermato: «Il gioco dello strega comanda colori, che è stato improvvisato, ha generato tanto caos. Di certo, il fatto che solo due territori sono in zona rossa deve far riflettere (Sicilia e Provincia Autonoma di Bolzano, n.d.r.). Inoltre, incide il sistema dei tamponi: se peschi con la rete, prendi tanti pesci. Penso sia il tempo di passare all’arancione».

Figuccia ha aggiunto: «La sempificazione dei colori non regge perché le contraddizioni sono tante. Siamo in zona rossa ma meno del 10% delle persone resta a casa. Se non ci sono i controlli, molto viene lasciato all’improvvisazine. Bisogna tenere conto anche dei dati economici. In un anno abbiamo perso 600mila poati di lavoro. Molte attività rischiano di non riaprire. La Lega ha chiesto il ritorno alla zona arancione, tenendo conto del sistema dei controlli».

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