• Il 70% dei pazienti con il Covid-19 soffre di perdita dell’olfatto.
  • Non è ancora chiara la causa dell’anosmia.
  • L’olfatto si può recuperare? Le risposte della scienza.

Secondo uno studio condotto da Jérôme Lechien (Foch Hospital di Suresnes, Francia), fino al 70% dei pazienti con il Covid-19 soffre di perdita dell’olfatto moderata o grave.

Come spiegato su Futura-Sciences.com, questo studio, che da marzo segue una coorte di 2.500 pazienti reclutati in 18 ospedali europei, mostra che la perdita dell’olfatto dura in media 22 giorni ma che il 6% dei pazienti non ha ancora ripreso i sensi sei mesi dopo.

CAUSE DELLA PERDITA DELL’OLFATTO

Questo sintomo ha il nome di anosmia e la causa non è ancora nota. Inizialmente si pensava che il virus infettasse i neuroni olfattivi ma pare che il danno al cervello sia molto raro. Una delle ipotesi principali è l’infezione delle cellule dell’epitelio nasale che supportano i neuroni olfattivi.

Un team di ricercatori italiani ha anche notato che alla perdita dell’olfatto corrisponde un aumento di una molecola pro-infiammatoria chiamata interleuchina-6. Ci sono anche differenze tra i sessi – le donne sono meno colpite degli uomini – e le etnie, il che suggerisce una causa genetica.

PERDITA DELL’OLFATTO: LE CONSEGUENZE

Anche se la perdita dell’olfatto può sembrare un sintomo innocuo, è molto invalidante nella vita di tutti i giorni. La perdita dell’olfatto, infatti, di solito porta anche alla perdita e all’alterazione del gusto: i pazienti lamentano che tutto il cibo «sa di cartone» e che alcuni cibi hanno un sapore disgustoso.

L’anosmia può anche avere conseguenze molto più gravi. Uno studio del 2014 ha dimostrato che le persone con anosmia hanno il doppio delle probabilità di mangiare cibo avariato, essere avvelenate da una fuga di gas o essere esposte a un incendio. La perdita dell’olfatto può anche portare a carenze nutrizionali.

COME RIACQUISTARE L’OLFATTO?

Carol Yan, rinologa dell’Università della California, a San Diego, nella rivista Pour la Science, ha apiegato: «Nella persistente perdita dell’olfatto, dovuta a un’influenza, dopo sei mesi c’è soltantoo una probabilità dal 30 al 50% di guarigione spontanea». Ci sono stati casi di recupero dopo due anni ma «la capacità di rigenerazione è ostacolata e le possibilità di recupero sono purtroppo piuttosto scarse», ha aggiunto l’esperta.

Nella fase acuta può essere prescritto un trattamento antinfiammatorio. Carol Yan, ad esempio, consiglia l’uso del budesonide, un potente steroide topico che, secondo uno studio della Stanford University, ha mostrato risultati migliori nelle persone che hanno perso il senso dell’olfatto per più di sei mesi dopo l’influenza. Ma, per stessa ammissione del rinologo, i risultati non sono sbalorditivi.

Per la maggior parte dei pazienti, infine, il trattamento principale consiste nell’allenare il proprio olfatto, ad esempio con oli essenziali, saponi, degustando diversi sapori (cioccolato, pompelmo, menta, ecc.).

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