• Drammatico aumento della mortalità in Italia nei due picchi di epidemia
  • Toccato, in una settimana specifica, un aumento del 74% delle vittime
  • Dal 30 settembre al 12 gennaio 2369 morti solo a Palermo (+30,5%)
  • A Catania l’incremento percentuale settimanale maggiore nel Centro Sud
  • Palermo, Bari e Napoli  nella lista delle città metropolitane con forti incrementi percentuali
  • Da due settimane mortalità in fase d rientro nella media degli ultimi 5 anni

Un aumento drammatico della mortalità in tutta Italia in corrispondenza dei picchi della pandemia. La statistica sulla mortalità in Italia del Ministero della Salute aggiornata al 12 gennaio conferma quello che tutti ci aspettavamo: due picchi di mortalità hanno portato in generale nel 2020 oltre il 35% in più di morti nelle grandi città italiane (fino al 138% in più in specifiche settimane) rispetto ai 5 anni precedenti. Aumenti che hanno toccato il 74% settimanale nella settimana peggiore e che riguardano il Nord Italia più del Sud Italia. A partire da dicembre la mortaltà è in discesa e nelle ultime due settimae sembra essere tornata nella media degli ultimi 5 anni

L’analisi della mortalità generale in Italia

Firenze la città più colpita in generale per incrementid i mortalità nella prima ondata. Verona e Trento nei picchi settimanali del Centro Nord; Catania la città più colpita al Centro Sud nei picchi generali; Palermo, Bari e Napoli nel complessivamente nel periodo di riferimento e nel totale degli incrementi.

Il drammatico incremento nei due picchi di epidemia

Nel complesso 2020 si osservano due picchi di mortalità in corrispondenza della prima fase (marzo-aprile) e della seconda ondata (ottobre-dicembre) dell’epidemia Covid19. Il forte incremento della mortalità osservata nella prima fase dell’epidemia, è seguito da una la riduzione che ha riportato la mortalità in linea con i valori di riferimento  a fine maggio. I dati della mortalità totale per mese confermano un eccesso maggiore nelle città del nord (+74% a novembre e +40% a dicembre), rispetto alle città del centro-sud (+51% a novembre e +24% a dicembre).

Catania con gli incrementi medi più alti al Sud a dicembre

Il confronto della variazione percentuale mensile della mortalità tra città  mostra che l’incremento più elevato tra le città del nord si è osservato nel mese di dicembre a Trento (+131%) e Verona (+138%). Tra le città del centro-sud l’incremento maggiore a dicembre è stato registrato a: Bari (+41%) e Catania (+46%) .

Palermo e il picco a novembre

I dati contenuti nel rapporto “confermano poi il drammatico incremento della mortalità totale nella città di Palermo già rilevato nei precedenti rapporti, anche se si registra un’attenuazione dell’eccesso di mortalità rispetto ai picchi registrati nel mese di novembre”.

Nel mese di ottobre i decessi rilevati a Palermo sono stati 593, contro una media degli ultimi 5 anni pari a 465 (+128 decessi, pari a +28%).

Nel mese di novembre i decessi rilevati a Palermo sono stati 792, contro una media degli ultimi 5 anni pari a 480 (+312 decessi, pari a +65%).

Nel mese di dicembre i decessi rilevati a Palermo sono stati 720, contro una media degli ultimi 5 anni pari a 580 (+140 decessi, pari a +24%).

Passando a un’analisi dei decessi settimanale, i dati confermano il picco di eccesso di mortalità registrato a novembre, con un massimo di +74,8% nella settimana dall’11 al 17 novembre.

Nelle settimane di dicembre la mortalità è sempre risultata più elevata rispetto alla media degli ultimi 5 anni, con un eccesso di mortalità compreso fra +24,0% registrato fra il 16 e il 22 dicembre e +31,2% registrato fra il 9 e il 15 dicembre.

In valore assoluto, dal 30 settembre al 12 gennaio, a Palermo si sono registrati 2369 decessi, con un incremento di 554 unità (+30,5%) rispetto alla media degli ultimi 5 anni.

La speranza di normalità

A partire dalla seconda metà di ottobre si osserva un secondo incremento con valori che tendono a rientrare nel valore di riferimento a fine dicembre.

Nelle ultime due settimane la mortalità sembra essere tornata il linea con la media degli ultimi cinque anni, anzi addirittura nell’ultima settimana è risultata inferiore del 23,8%. Quest’ultimo dato deve essere letto con cautela perché, oltre ai possibili effetti di una minore incidenza dell’influenza (le misure di contenimento adottate per il Covid-19 hanno di fatto impedito l’insorgere dell’epidemia influenzale), potrebbe in parte essere dovuto a fisiologici ritardi nella comunicazione dei decessi.