• Audizio del Siad -Csa-Cisal in commissione bilancio sulla legge di stabilità
  • Chiesta  l’abolizione dell’Aran Sicilia
  • La costituzione di un tavolo tecnico per la riforma della pubblica amministrazione
  • Valorizzazione del personale regionale

L’audizione del sindacato

Si è tenuta questa mattina l’audizione del Siad-Csa-Cisal, quarto sindacato dei lavoratori regionali, presso la Commissione Bilancio dell’Ars sulla Legge di Stabilità 2021-2023 e a cui hanno preso parte anche il vicepresidente e assessore all’Economia Gaetano Armao, l’assessore alle Autonomie locali Marco Zambuto, il ragioniere generale Ignazio Tozzo e il dirigente generale Carmen Madonia.

“Si è trattato di un confronto costruttivo per il quale ringraziamo il presidente della commissione Riccardo Savona – dicono Giuseppe Badagliacca e Angelo Lo Curto del Siad-Csa-Cisal – Abbiamo chiesto l’attivazione di un tavolo tecnico per una vera riforma della Pubblica amministrazione, a cui siamo pronti a contribuire con un nostro Ddl, ma anche l’abolizione dell’Aran Sicilia che in 20 anni è costata 14 milioni di euro nonostante il blocco dei contratti. La nostra organizzazione sindacale ha inoltre avanzato alcune proposte che consentiranno di valorizzare adeguatamente il personale regionale, nell’ottica di migliorare l’efficienza dei servizi rivolti ai siciliani. È necessario finanziare adeguatamente il Fondo per la contrattazione con un aumento di almeno il 30%, ma anche riaprire la stagione dei concorsi: i pensionamenti attuati negli ultimi anni hanno tagliato drasticamente il numero di funzionari, istruttori e dirigenti, mettendo in difficoltà i dirigenti generali che vorrebbero ricorrere a soluzioni estreme come ad esempio l’accorpamento di uffici anche di Comuni diversi. Inoltre non è pensabile che il contributo di solidarietà colpisca anche le pensioni più basse andando contro lo spirito della normativa nazionale che invece riguarda solo quelle più alte, né che si proceda alla riclassificazione del Corpo Forestale saltando la contrattazione. Riteniamo infine un errore l’abrogazione, con il nuovo Centro regionale per la Documentazione e il Restauro, dei laboratori scientifici, del gabinetto fotografico, dell’archivio storico e della biblioteca specializzata che contiene oltre 13 mila testi, che rischia di disperdere le competenze e la professionalità dei funzionari specializzati”.

Legge stabilità e dibattito politico

“E’ una finanziaria senz’anima, con norme ridicole, che non tiene conto della grave situazione dovuta alla pandemia. Chiediamo di bloccare le rotative, non c’è motivo per andare avanti: aspettiamo la parifica del rendiconto da parte della Corte dei conti e intanto riscriviamo la finanziaria”.

E’ l’affondo del capogruppo del M5s all’Ars, Giovanni Di Caro in conferenza stampa online assieme ai componenti pentastellati della commissione Bilancio. ”Pur in assenza del rendiconto per il 2019 che deve ancora essere parificato, l’assessore all’Economia Gaetano Armao fa una previsione di un nuovo disavanzo pari a 100 milioni di euro, ma in realtà pare che sia maggiore perché ci sarebbe un’altra quota derivante dai 300 milioni di residui attivi considerati anomali dalla Corte dei conti. Abbiamo chiesto al presidente Gianfranco Miccichè di fermare i lavori, c’è troppa approssimazione da parte del governo”. Così il deputato M5s e componente della commissione Bilancio dell’Ars, Luigi Sunseri, in conferenza stampa online. Una Finanziaria che ha poco o nulla a che vedere con la crisi Covid, con la tutela della salute e con i ristori alle imprese, piena di norme di carattere ordinamentale, alcune già peraltro riferite a disegni di leggi incardinati in commissione.

Senza rendiconto generale mancano le basi

Una finanziaria, soprattutto, che si basa, assieme al bilancio 2021-23, sul rendiconto del 2018, dal momento che quello del 2019 è stato ritirato in autotutela, dopo che la Procura della Corte dei Conti ha rilevato circa 300 milioni di euro di residui attivi che andavano cancellati. Per il M5S all’Ars “la Finanziaria, così com’è, non s’ha da fare” e per questo ha scritto a Micciché, chiedendo di riscriverla in attesa della parifica e del rendiconto 2019.

“Senza il rendiconto 2019 – dicono i parlamentari 5 stelle – è impossibile capire quali sono i saldi del bilancio, e non è ammissibile lavorare alla cieca”.

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