Sopralluogo ieri pomeriggio del presidente della Regione, Nello Musumeci, nei centri etnei colpiti dalla pioggia di cenere e lapilli dell’Etna.

Subito un milione di euro per i danni

Musumeci ha garantito un primo intervento economico di un milione di euro a sostegno dei Comuni ricadenti nelle aree colpite dall’attività vulcanica. Intanto, dal Dipartimento nazionale di Protezione civile sono giunte importanti rassicurazioni circa una mobilitazione a sostegno dei territori investiti dall’evento calamitoso.
Secondo una prima ricognizione, condotta dal capo della Protezione civile regionale Salvo Cocina, i danni ammonterebbero a una decina di milioni di euro. Ma si attende una valutazione più analitica, che sarà compiuta in sinergia con i tecnici dei Comuni coinvolti

Dichiarato lo stato di crsi

Il governo Musumeci dichiara lo stato di crisi regionale e chiederà a Roma lo stato di emergenza per le decine di Comuni raggiunti dalla cenere dell’Etna.

Nuova fontana di lava

Intanto ieri due eventi. Fra la notte e la mattina una ulteriore fontana di lava e la ricaduta piroclastica sui Comuni del versante Est, in particolare, Sant’Alfio, Giarre, Mascali, hanno reso la situazione ancora più critica. La Protezione civile regionale ha già attivato i suoi funzionari della sede di Nicolosi e Catania per effettuare dei monitoraggi e sopralluoghi. Il presidente Musumeci ha annunciato una prima erogazione di un milione di euro a favore dei Comuni colpiti e l’avvio delle procedure per l’acquisto di mezzi idonei alla asportazione della cenere, da tenere a disposizione dei sindaci in caso di necessità. Al tempo stesso il governatore ha affidato all’assessore alla Salute Ruggero Razza il compito di verificare con le istituzioni sanitarie nazionali se la cenere vulcanica possa costituire pregiudizio alla salute delle persone che ne vengono a contatto. “È solo un eccesso di prudenza – puntualizza Musumeci – ma, come si sa, la prudenza non è mai troppa”.

Il nuovo parossismo

Sull’Etna si è registrato un nuovo evento parossistico dal cratere di sud – est con fontana di lava e l’emissione di una nube eruttiva alta 10 chilometri che ha anche provocato una ‘pioggia’ di cenere e lapilli sul versante orientale dell’edificio vulcanico.

Il fenomeno si è concluso, anticipato dalle 2 della notte scorsa da attività stromboliana che ha coinvolto anche i crateri Voragine, Bocca Nuova e Nord-Est.

La fase  ha avuto il suo picco alle 7, quando l’attività del cratere di sud – est è passata da stromboliana a fontana di lava.

L’INGV – OE di Catania ha rilevato la formazione di una colonna eruttiva che ha superato l’altezza di 10mila metri sul livello del mare, disperdendosi in direzione est.

Dalla bocca effusiva, che si è aperta il 4 marzo scorso alla base del cratere di sud est, è emersa una colata che si è riversata nella Valle del Bove.

 

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