• Festa della Donna, dedicare vie e piazze dei comuni siciliani a personaggi femminili che hanno contribuito alla crescita del Paese
  • La richiesta dell’assessore regionale Zambuto che ha scritto ai Comuni per prevedere una “quota rosa” nella toponomastica
  • Ancora poche le donne che lavorano in Sicilia, l’allarme lanciato da Margherita Ferro, consigliera di Parità per la Regione Siciliana
  • L’impegno per una maggiore eguaglianza ed inclusione

Dedicare vie e piazze dei Comuni siciliani a personaggi femminili, visto che nel territorio regionale è un fenomeno poco diffuso. E’ l’auspicio dell’assessore regionale alle Autonomie locali, Marco Zambuto, che proprio oggi, in occasione della Festa della donna, ha inviato una nota in tal senso a tutti i sindaci, i commissari straordinari, i presidenti dei Consigli e i consiglieri dei Comuni dell’Isola.

Modificare la toponomastica prevedendo una “quota rosa”

«Tale situazione – scrive l’esponente del governo Musumeci – determina uno squilibrio, ormai ingiustificabile, considerato l’alto numero di donne che si sono distinte nella loro vita per l’impegno sociale, culturale, scientifico e politico». Ecco perché «pur nell’autonomia costituzionalmente riconosciuta a codesti enti – prosegue l’assessore – sarebbe auspicabile che i regolamenti di toponomastica fossero modificati nel senso di prevedere una “quota rosa” obbligatoria ai personaggi femminili di particolare rilievo».

Ricordare le donne che hanno contribuito alla crescita della Nazione

L’obiettivo di Zambuto è quello di «portare alla conoscenza delle nuove generazioni, e non solo, delle donne che hanno contribuito alla crescita della nostra Nazione e che hanno portato avanti, con perseveranza e tenacia, importanti traguardi per l’intera collettività. Il livello di civiltà di una società – conclude – si misura anche per la considerazione, il rispetto e l’attenzione che si ha nei confronti dell’universo femminile».

Un incontro per parlare delle donne

Intanto nei giorni scorsi, presso gli uffici della Commissione parlamentare permanente sull’esame delle attività della Comunità Europea, sì è tenuto in incontro ufficiale fra il presidente della Commissione Pippo Compagnone e la consigliera di Parità per la Regione Siciliana Margherita Ferro al quale ha preso parte anche una delegazione della rete regionale dei “Comitati Pari Opportunità delle professioni legali”, presieduta dalla avvocata Antonella Macaluso.

Ancora poche le donne che lavorano in Sicilia

“Purtroppo – afferma la consigliera di Parità Margherita Ferro – l’Ufficio statistica della Regione siciliana mostra una fotografia impietosa: su centosette province italiane, ordinate per numero di donne occupate, occorre scivolare all’ottantacinquesima posizione per trovare la prima provincia siciliana (Ragusa) con il 37,3% delle donne occupate. Ultima in classifica è Caltanissetta, con il 23,6%. Posto che la città di Bologna è prima con il 68,1%, più di trenta punti separano la vetta della classifica dalla provincia siciliana con la migliore performance. Più di 44 invece i punti percentuali che dividono la vetta emiliana della classifica dalla coda siciliana. Una voragine”.

L’auspicio di uguaglianza e non discriminazione tra donne e uomini

“La figura della Consigliera di Parità – spiega Margherita Ferro – è stata istituita dalla Legge 125/1991 e ridefinita dal Codice delle pari opportunità tra uomo e donna. Svolgiamo funzioni di promozione e di controllo dell’attuazione dei principi di uguaglianza, di opportunità e di non discriminazione tra donne e uomini nel lavoro e, nell’esercizio delle nostre funzioni, siamo a tutti gli effetti dei pubblici ufficiali che hanno l’obbligo di segnalare all’autorità giudiziaria le condotte illecite di cui veniamo a conoscenza per ragione di ufficio”.

La “precarietà esistenziale” delle donne

“Il dibattito oggi più che mai – prosegue Margherita Ferro – va incentrato sulla disparità di diritto di accesso delle donne ai servizi, all’istruzione, al mondo del lavoro, perché la precarietà del lavoro femminile si trasforma in precarietà esistenziale. Giornate come l’8 marzo hanno senso se si comprende che sostenere l’occupazione e l’imprenditoria femminile significa incrementare il PIL del Paese e per arginare la violenza di genere. Di qui il nostro appello al Presidente della Commissione permanente per l’esame delle attività dell’Unione Europea, onorevole Giuseppe Compagnone. L’ Unione Europea, impone agli Stati membri la trasversalità delle pari opportunità come elemento di coesione sociale che costituisce la voce di spesa più grande del NextGenerationEU, cosa imputabile alla straordinarietà dell’impatto sociale della pandemia; ciò che più qui rileva è che essa costituisce anche la maggior voce di spesa degli oltre mille miliardi di euro dell’intero bilancio 2021-2027. Segno che l’Unione Europea riconosce la coesione sociale come primo e più importante obiettivo delle proprie politiche economiche”.

Dati allarmanti

“Quanto emerge dai dati e dalle statistiche mostrate dalla consigliera di Parità della Regione Siciliana Margherita Ferro è allarmante – afferma l’onorevole Compagnone – occorre che la Regione Siciliana prenda immediatamente coscienza della situazione ed intervenga in maniera forte e decisa per invertire la rotta. In commissione abbiamo già approvato una risoluzione con la quale impegniamo il governo regionale ad istituire l’osservatorio sul mercato del lavoro, con particolare attenzione al bilanciamento di genere. L’osservatorio, con l’ausilio degli enti di ricerca, dovrò rilevare eventuali disparità di accesso o trattamento delle donne nel mondo del lavoro ed avrà il compito di raccogliere e studiare il fenomeno al fine di elaborare proposte da offrire alla discussione del decisore politico. Fin quando la situazione sarà questa la Sicilia non potrà dirsi una Regione moderna”.

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