• Il  Sippe  plaude all’inchiesta che ha portato all’arresto di 16 persone
  • E’ l’inchiesta che ha fatto luce sugli ingressi illeciti di droga e telefoni nel carcere di Augusta
  • Il sindacato di polizia penitenziaria condanna l’agente infedele

“È inutile nascondere l’amarezza che questo arresto ha determinato tra i poliziotti penitenziari di Augusta, tuttavia è opportuno affermare che il Corpo di polizia penitenziaria e il carcere di Augusta sono comunque un’istituzione sana, tanto che l’arresto del poliziotto penitenziario è un risultato di un’attività investigativa a cui hanno partecipato gli stessi poliziotti penitenziari del NIC”.

L’arresto di un agente penitenziario

Lo afferma Alessandro De Pasquale, presidente nazionale del Sippe, un sindacato della Polizia penitenziaria, in merito all’operazione della Guardia di finanza di Catania che ha portato all’arresto di 16 persone coinvolte in un traffico di droga e di commercio di telefonini nel carcere di Augusta. Tra gli indagati c’è anche un agente penitenziario, che, secondo gli inquirenti, avrebbe incassato soldi per fare entrare i pacchi nella casa circondariale.

“Eliminare le mele marce”

“Mi complimento con le forze dell’Ordine e con il comando del NIC (Nucleo Investigativo Centrale) della polizia penitenziaria per l’operazione di ieri nel carcere di Augusta che ha portato all’arresto anche del poliziotto penitenziario infedele. Nel carcere di Augusta – conclude De Pasquale – ci sono molti professionisti, tra personale civile e di polizia, che operano con sacrificio, spirito di servizio e senso del dovere ed i poliziotti penitenziari sono sempre in prima linea per eliminare eventuali mele marce”.

Le intercettazioni

“Gli deve dire di portare i 700 euro; che l’uomo a cui deve portare i soldi arriva con una Jeep o con un Liberty e che ha la “tigna”. E’ uno stralcio di una conversazione telefonica tra Dario Giuseppe Muntone, 36 anni, e la compagna, Rosaria Buda, in merito al prezzo da corrispondere all’agente di polizia penitenziaria, Michele Pedone, 51 anni, per introdurre in carcere il pacco con i telefonini. Tutti e tre sono finiti, insieme ad altre 13 persone nell’inchiesta della Guardia di finanza denominata Prison Dealer su un traffico di droga ed un commercio di telefonini nella casa circondariale di Augusta.

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