L’uscita domenicale del sindaco Leoluca Orlando con la quale è stato bacchetto il consiglio comunale reo di avere bocciato le ultime delibere e affossate altri in commissione non è andata giù ai consiglieri di opposizione ma anche a quanti fino a ieri facevano parte della maggioranza. L’attacco frontale del sindaco è scattato alle 11 di ieri nel corso di una conferenza stampa.

Nessuno è stato escluso ad iniziare dal presidente del consiglio Totò Orlando.

Ad un anno dalla fine del doppio mandato della sindacatura Orlando c’è chi anche nella maggioranza cerca di smarcarsi dal lascito di questa amministrazione che ha fallito su tanti settori centrali della vita dei palermitani.

“La colpa di quanto sta avvenendo – dice un consigliere comunale di maggioranza – non può essere addossata al consiglio comunale, spesso bypassato dalla giunta in tutti questi anni. I nodi stanno venendo al pettine. Dire che la colpa è sempre di qualcun altro è un motivo che ormai conosciamo a memoria. Il vertice ha sempre cercato di gestire da solo la macchina amministrativa. Gli assessori dissidenti o che hanno cercato strade diverse sono stati messi alla porta. Affermare che sia il consiglio comunale responsabile dello sfacelo è troppo facile”.

Per molti consiglieri della maggioranza , che in questi anni si esposti in prima linea, continuare a difendere l’operato dell’amministrazione è diventata un’impresa titanica.

Per dire qual  è il clima che si respira a Sala delle Lapidi basta raccontare un aneddoto. Uno dei consiglieri invitato in una trasmissione televisiva per rappresentare la maggioranza che sostiene la giunta ha risposto: “Dovrò indossare la maschera per non farmi riconoscere”.

E così a molti consiglieri di opposizione non sembra vero di potere tentare una nuova spallata per chiudere questa esperienza. Una nuova mozione di sfiducia al sindaco Orlando con ben altri numeri rispetto all’ultima che era stata bocciata a metà settembre scorso.

Un atto che porterebbe azzerare gli organi elettivi e la nomina di un commissario che porti la quinta città d’Italia al voto anche in autunno. E’ già successo nel 2000, quando lo stesso sindaco in carica Orlando si era dimesso per correre per le regionali. Allora fu nominato per un anno Guglielmo Serio che portò il comune fino alle elezioni del 2001.

La mozione di sfiducia dopo che Italia Viva ha lasciato la maggioranza potrebbe passare.  Il sindaco in Aula ha una minoranza che lo sostiene con il Pd (anche il partito molto critico con Orlando), orlandiani e Sinistra Comune, in pratica poco più di una decina di consiglieri su 40, i partiti potrebbero non essere pronti per tornare così presto alle urne. C’è da verificare cosa faranno i consiglieri dei 5 Stelle. Hanno ribadito ieri nessuna stampella all’amministrazione, ma poi parlano di opposizione costruttiva. In politica visto l’accordo nazionale tra Pd e 5 Stelle un appoggi concreto potrebbe alla fine arrivare.

Per la presentazione della mozione c’è da fare un passaggio con il regolamento in Regione. Le norme non vietano una nuova mozione visto che già una è stata bocciata lo scorso settembre, l’unico dubbio semmai è che non si può mettere ai voti negli ultimi sei mesi di mandato.

Vedremo quali saranno i prossimi passi. E’ certo che la volontà di chiudere questa esperienza è ormai diffusa in consiglio e in città.

 

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