La bufera al consiglio comunale di Palermo ha travolto anche la Rap.
“Il lavoro svolto da Giuseppe Norata come presidente della Rap ha consentito di evitare che Palermo piombasse nell’ennesima emergenza rifiuti a causa dei ritardi della Regione su Bellolampo: con la discarica satura e a costo di un altissimo prezzo, Norata ha preferito rischiare in prima persona pur di evitare che le strade della città si
riempissero di immondizia”. Lo dice il capogruppo di Italia Viva al consiglio comunale di Palermo, Dario Chinnici.

Il ringraziamento a Norata

Prosegue Chinnici: “Norata, che in questi mesi non ha quasi percepito compenso, ha salvato i conti della Rap, ha posto le basi per un serio piano di investimenti e ha salvaguardato l’azienda e i lavoratori e quindi i servizi alla città: vogliamo ringraziarlo per il suo impegno, per la sua correttezza, per il suo stile istituzionalmente impeccabile anche di fronte a sguaiati attacchi e a immeritate critiche, spesso utili solo a coprire le mancanze di altri”.

Azzerato il Cda della Rap

Lo scorso 16 aprile è scoppiata la bufera alla Rap. Si sono dimessi dal Cda dell’azienda Alessandra Maniscalco Basile e Maurizio Miliziano. Decisione che fa decadere dalla carica di presidente Giuseppe Norata. Adesso si dovrà nominare un nuovo Cda.

Necessario un cambio di passo

“Nel ringraziare i due componenti del CdA per il lavoro svolto – ha dichiarato l’assessore Sergio Marino – occorre prendere atto del fatto che è necessario un radicale cambio di passo nell’azienda che ha certamente più di altre un impatto immediato e diretto nel quotidiano di tutti i cittadini, sulla qualità della vita, sull’ambiente e sul decoro. Un cambio di passo che non può non partire da una governance adeguata, all’altezza delle aspettative che l’Amministrazione e tutti i cittadini ripongono”.

“Sacrificato per lanciare un messaggio politico”

Norata ha dichiarato: “Tra me e il sindaco Orlando non c’è stato mai un feeling perfetto, A gennaio avevo pianificato le mie dimissioni che ho congelato in relazione ad un’apertura del Comune. Entro marzo il socio unico di Rap aveva preso determinati impegni – Pef Tari, ricapitalizzazione, pagamento dei 40 milioni di vecchi crediti – che non ha rispettato. Niente di niente. Da un punto di vista personale e aziendale mi sento sereno perché ho dato il massimo, nella quasi totale assenza dell’amministrazione comunale”.
E ancora: “Non ho fatto mai questa scelta per motivi economici – ha precisato l’ex presidente della Rap – il mio compenso è stato di 7 mila euro l’anno lorde. Ne ho pagate 8 mila per le sanzioni dovute al fatto che ho portato i rifiuti a Bellolampo. Ho svolto il mio servizio con coscienza. Alla fine sono stato sacrificato per lanciare un messaggio politico ad una parte politica del consiglio comunale”.

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