Assessore per 27 giorni. E’ il destino di Toni Costumati nominato il 22 marzo e dimessosi oggi 19 aprile da assessore comunale. E’ lui a diventare, suo malgrado, il simbolo di questa crisi al Comune di Palermo, latente da tempo ma esplosa nell’ultima settimana. E’ lui a non avere avuto il tempo di far praticamente nulla da assessore

La nota del sindaco

“A seguito del comportamento, delle dichiarazioni e delle proposte formulate dal gruppo consiliare Italia Viva, ho preso atto del documento di nove assessori in piena condivisione sulle mie stesse posizioni. Ho chiesto di conoscere le determinazioni degli altri due assessori. Toni Costumati mi ha presentato una motivata lettera di dimissioni
nella quale manifesta le ragioni di disappunto per quanto si è creato anche in riferimento alla sua esperienza culturale e politica. Dimissioni che accetto procedendo alla nomina di un nuovo assessore. Leopoldo Piampiano mi ha confermato, senza alcuna ulteriore considerazione, di riconoscersi pienamente nella posizione di Italia Viva.
Procederò, pertanto, alla nomina di un nuovo assessore”.

A parlare è il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando che all’indomani della conferenza stampa con la quale ha sancito la spaccatura senza strada di ritorno (spaccatura che in realtà era già in atto per effetto delle scelte di voto di Iv) ha chiesto ai due assessori renziani di farsi da parte. Lo ha fatto con una formula leggermente diversa e da loro ha ottenuto le inevitabili dimissioni ma di fatto si tratta di un ‘licenziamento’ vero e proprio.

Porta reciprocamente sbattuta in faccia

Per il sindaco una porta sbattuta in faccia a Iv, per Iv e per gli assessori una porta sbattuta in faccia al sindaco. Insomma a seconda dal lato dal quale si guarda questa vicenda appare di opposto tenore

Intanto non ci sarà una stampella pentastellata per il sindaco di Palermo Leoluca Orlando la cui maggioranza è ormai implosa. Dopo e bocciature a raffica in Consiglio comunale di Bilancio consolidato e piano triennale delle opere pubbliche e la guerra aperta sui posti di sottogoverno alla guida delle partecipate e in particolare Rap e Amat, la guerra fra Orlando e i suoi è ormai a tutto campo. E non ha funzionato la mossa del pugno di ferro

Italia Viva ieri aveva sparato ad alzo zero

Le dimissioni erano inevitabili dopo la nota di ieri di Italia Viva: “Se c’è qualcuno che ha tradito il programma e le aspettative dei cittadini questo è innanzitutto il sindaco ed è sotto gli occhi tutti. Palermo è abbandonata e lo scaricabarile di Orlando è francamente patetico”.

“Invece di fare autocritica e ammettere le proprie responsabilità di fronte alla gravità della situazione economica e sociale in cui versa la città di Palermo, Orlando continua ad usare patetici diversivi, scaricando la responsabilità dell’immobilismo sul consiglio comunale e agitando lo spettro di Salvini e della Lega, fantasmi buoni solo per la sua propaganda”, prosegue la nota.

“Palermo è isolata ed è allo sbando – si legge – ed è questa la cruda realtà che il sindaco non racconta. Non ci sono soldi in cassa, il bilancio non si può chiudere, le partecipate sono al collasso, i cantieri sono fermi, nessuna opera di manutenzione appaltata da due anni, i cimiteri una vergogna nazionale, i ponti a rischio crollo”.

“Quindi siamo noi – continua IV – che rimaniamo coerenti con il mandato popolare del 2017 e però siamo consapevoli che Palermo non può sprecare questo anno e mezzo che ci separa dalle elezioni, a maggior ragione nel bel mezzo dell’emergenza Covid. Per questo abbiamo chiesto una svolta radicale, un nuovo governo capace di affrontare e risolvere le tante emergenze della città. Una squadra dei competenti, dei migliori, sostenuta da tutte le forze politiche che ci stanno, proprio come il governo Draghi. Mai abbiamo proposto l’allargamento della maggioranza alla Lega come mistificando afferma pateticamente il Sindaco Orlando. Una sfida collettiva e unitaria da intraprendere in sintonia con il governo Draghi e con il massimo della condivisione di tutti gli attori in campo, dalle forze politiche alle categorie imprenditoriali e ai sindacati della città”.

“Abbiamo chiesto – si legge – un cronoprogramma ‘Salva Palermo’ di cose concrete da fare, perché è ora il momento di programmare il futuro di Palermo, di una città che non può perdere l’occasione unica ed irripetibile di intercettare le ingenti risorse messe a disposizione dall’Europa, a partire da Recovery plan, e le misure economiche straordinarie messe in campo dal governo nazionale”.

“Abbiamo chiesto queste cose – conclude la nota – nell’interesse generale e con grande senso di responsabilità. Il danno per Palermo non è Italia Viva che chiede di uscire dall’immobilismo, ma un sindaco che non riesce più a guardarsi intorno. Noi una mano la vogliamo dare alla nostra città, non al sindaco”.

In seguito arriva la posizione ufficiale “La notizia di una entrata del M5S nella maggioranza del Sindaco Orlando è priva di ogni fondamento. Come abbiamo già espresso in altri recenti comunicati, il M5S continua a lavorare per la città: opposizione eravamo, opposizione siamo e resteremo, non è previsto nessun ingresso in giunta e nella maggioranza. Nulla cambia nella nostro modo di lavorare, resteremo opposizione costruttiva e responsabile che è il ruolo del Movimento 5 Stelle in questa consiliatura di Palermo”.

I 5stelle smentiscono l’eventuale ingresso in maggioranza

E i 5 stelle non faranno la stampella “Nel 2017 ci siamo presentati alla città con un progetto alternativo a Orlando e alle destre, e oggi, dopo 4 anni a Sala delle Lapidi, restiamo coerenti con il mandato che gli elettori ci hanno affidato – si legge poi in una dichiarazione congiunta dei consiglieri comunali e di circoscrizione, Deputati regionali, nazionali ed europei del M5S Palermo
Opposizione costruttiva, ma pur sempre opposizione. Non siamo stati – né mai saremo – la stampella di nessuno. Ogni votazione è stata sempre improntata al senso di responsabilità e guardando al merito delle proposte, con la consapevolezza che ciascun provvedimento del Consiglio comunale ha dirette refluenze sulla vita dei cittadini, e così continuerà ad essere.
Ma chiediamo ad Orlando di riflettere se sia davvero questo il bene per Palermo, se davvero le tante problematiche complesse da cui la città è schiacciata possano essere affrontate con una guida logora, con una squadra che non è più coesa e non ha più visione, con maggioranze create in modo estemporaneo in Aula.
Noi per Palermo sogniamo di meglio e siamo già al lavoro per costruire una proposta alternativa solida per la nostra amata città”.

 

 

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