Dalle prime ore dell’alba, la Polizia di Stato di Enna, con oltre 200 uomini, sta eseguendo 30 provvedimenti di custodia cautelare in carcere emessi su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, nei confronti di soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso aggravata dall’uso delle armi, estorsioni, danneggiamenti, traffico di stupefacenti.

La cosca di Enna

Il sodalizio criminale, che si avvaleva della forza di intimidazione derivante dall’appartenenza alla famiglia di “Cosa Nostra” di Enna, operava in prevalenza nell’area nord della provincia cercando di imporre il pagamento del “pizzo” e controllando, in regime di monopolio, il mercato della droga.

Nel corso dell’attività investigativa è stato scongiurato un omicidio e sono state sequestrate ingenti quantità di sostanze stupefacenti e armi da fuoco.

L’operazione è stata denominata “Caput Silente“ e i dettagli saranno illustrati dal Procuratore Capo facente funzioni dr. Gabriele Paci e del Direttore Centrale Anticrimine Prefetto Francesco Messina.

A gennaio una operazione antidroga di grandi dimensioni

L’ultima vasta operazione della polizia nell’ennese risale al mese di gennaio di quest’anno e riguardava, però, il traffico di droga tra Barrafranca e Piazza Armerina, nell’Ennese, da parte della Polizia di Stato, che aveva eseguito una ventina di misure cautelari per spaccio di stupefacenti emesse dal Gip su richiesta della Procura della Repubblica di Enna. Oltre 150 le persone impiegate con la partecipazione del Reparto volo, di unità cinofile per la ricerca di armi e droga, del reparto Prevenzione crimine e della Polizia scientifica della questura di Enna. Nulla a che vedere con l’operazione odierna se non per spiegamento di forze.

Scoperta una fitta rete di spaccio

Nel mirino dell’operazione, denominata Fire, diverse reti di spaccio di stupefacenti che operavano nel territorio. Dalle indagini della Squadra Mobile è emerso che un cliente degli spacciatori sarebbe stato sequestrato perché non pagava il suo debito, ad un altro hanno dato fuoco all’auto ed alla porta d’ingresso della sua abitazione.

Sono 22 le misure di custodia cautelare in carcere eseguite dalla Squadra mobile e dal commissariato di Piazza Armerina, su ordine del sostituto procuratore Stefania Leonte. L’indagini è coordinata dal procuratore Massimo Palmeri. Agli indagati contestati reati di sequestro di persona, estorsione e traffico di stupefacenti. L’indagine è partita dai fatti della notte del 29 novembre 2019, quando era stata data alle fiamme un’autovettura nel centro di Piazza Armerina.