• Il sindaco Orlando scrive al presidente del consiglio comunale Totò Orlando
  • Tra le quattro delibere urgenti c’è anche quella dell’aumento della tassa sui rifiuti
  • Francesco Scoma e Dario Chinnici di Italia Viva, dicono “No”

 

No all’aumento della Tari, la tassa rifiuti, a Palermo. “Chiedere un aumento della tassa dei rifiuti ai palermitani, in un momento tanto delicato dove dalla giunta non c’è rispetto e nessuna attenzione verso la città, è veramente assurdo”. L’attacco è di Francesco Scoma parlamentare nazionale di Italia Viva.

L’attacco ‘frontale’ di Francesco Scoma

“Pensare di ripianare il passivo con l’aumento delle imposte conferma l’inadeguatezza del Sindaco Orlando che continua a scaricare sulla cittadinanza e sulle imprese le responsabilità fallimentari delle sue decisioni
politiche” continua Scoma “Non si può andare avanti così senza nessuna strategia e senza nessuna risposta concreta alle famiglie che vivono in una città oramai completamente abbandonata al suo destino. Sono cambiati gli assessori ma i problemi sono anche peggiorati: al ‘Rotoli’ mille bare in attesa di sepoltura, rifiuti in ogni angolo e strade ridotte a groviera. Italia Viva non voterà mai questo e nessun altro aumento delle imposte. Orlando prima lascia meglio è: non possiamo permetterci di vedere Palermo sempre più nel baratro”, conclude.

La richiesta del sindaco al Consiglio Comunale

Tutto nasce da una lettera con la quale Orlando inserisce anche l’aumento della Tari, la tassa sui rifiuti, tra le delibere urgenti da discutere e, di conseguenza, da approvare segnalate al presidente del Consiglio comunale Totò Orlando.

Nello specifico Orlando si riferisce ai provvedimenti Tari 2020 “necessario – si legge nella lettera di Orlando – per erogare gli extracosti alla Rap ed evidentemente premessa condizione per la promessa stabilità finanziaria dell’azienda ed indispensabile premessa per la delibera per Pef Tari 2021″.

Gli altri punti della lettera del sindaco

Nella nota del sindaco Orlando che giunge “a seguito all’incontro con i capigruppo in consiglio comunale del 4 maggio ed in attesa di un preannunciato altro incontro” sono citati complessivamente quattro punti.

Troviamo nell’ordine il Bilancio consolidato 2020 “indispensabile per l’adozione di altri strumenti finanziari del 2021 e per tutte le operazioni di stabilizzazione ed aumento orario per dipendenti comunali”, il piano annuale 2020-2022 opere pubbliche “indispensabile per la presentazione della proposta di piano 2021-2023 e per investimenti con risorse già disponibili in attesa di indizione di gara a rischio di revoca da parte di Regione, Stato ed Unione Europea per oltre 500 milioni di euro”.

Ed Infine, il regolamento beni confiscati “necessario per un miglior utilizzo degli stessi”.

Qualche mese fa il consiglio comunale aveva bocciato sia il bilancio consolidato 2020 che (un mese fa) il piano delle opere pubbliche e Orlando aveva assicurato che le delibere sarebbero state riproposte al consiglio.

Il presidente di Sala delle Lapidi Totò Orlando ha girato la nota del sindaco ai consiglieri già in mattinata. “vediamo cosa diranno a seconda della loro sensibilità politica rispetto alle sollecitazioni arrivate dal sindaco – dice – i provvedimenti devono ancora arrivare in consiglio comunale, poi saranno inseriti all’ordine del giorno e sarà lo stesso consiglio a determinarsi sulla loro eventuale discussione”.

Chinnici, “Diremo no ad aumento”

Immediatamente Italia Viva aveva detto no con  Dario Chinnici, capogruppo Iv a Palazzo delle Aquile. “Il sindaco Orlando vuole l’aumento della Tari a Palermo e Italia Viva, coerente con le proprie posizioni, dirà no opponendosi in tutti i modi all’innalzamento delle tasse”.

Chinnici continua: “Con la sua lettera al consiglio comunale, Orlando ha finalmente gettato la maschera: la rottura del patto di maggioranza e gli attacchi al nostro partito non erano dovuti a presunte alleanze con la Lega, che Italia Viva non ha mai cercato e invece il sindaco ha provato a fare sottobanco, ma alla nostra ferma opposizione all’aumento della Tari, utile solo a coprire i fallimenti di questa amministrazione che, dopo aver cacciato Peppe Norata dalla Rap per le sue legittime critiche alla Regione, adesso si trova con un’emergenza rifiuti alle porte. Orlando pensi a risolvere i tanti problemi della città, invece di aumentare le tasse”.

La replica dell’assessore Sergio Marino

“Le pericolose dichiarazioni di Italia Viva sul PEF TARI 2020 risultano incomprensibili se si pensa che il percorso che ci porta all’aumento risale al periodo di gestione di RAP da parte del presidente Norata. Il PEF grezzo porta la sua firma. Anzi, a ben guardare gli atti, la richiesta di RAP era ben superiore a quella cui si è arrivati a seguito della direttiva del sindaco. Bellolampo è oggi in una situazione di criticità, come lo era fino a un mese addietro. Il nostro impegno è stato quello di mantenere gli aumenti nella misura minima possibile, salvo rivalsa nei confronti della Regione e, soprattutto, ma pare che ciò non conti, mantenere salda la RAP e il suo equilibrio di bilancio a tutela dei lavoratori e della stessa Azienda. Non approvare il PEF TARI comporterebbe per la RAP un percorso già visto in un recente passato. Norata non è stato ‘cacciato’ per le sue legittime richieste alla Regione (che il Socio ha avanzato ancor prima che Norata diventasse presidente, come risulta agli atti e con atti ancor più forti) così come l’emergenza rifiuti ha origini anche nella raccolta dei rifiuti in città. E’ bene ricordare che la sostituzione di Norata ha radice nelle dimissioni di due consiglieri del CDA, anche con  motivazioni agli atti. L’emergenza a Bellolampo è pure da ricercare, oltre che alla Regione, nei valori di raccolta differenziata che nel primo trimestre 2021 è ancora ferma, come nel 2020 al 18,53 %. Ci auguriamo che il Consiglio Comunale possa valutare la proposta con la dovuta serenità, fermo restando che l’aumento di ogni pressione fiscale nei confronti dei cittadini è argomento che vede tutti noi attenti e sensibili ad ogni riduzione e che, ancora oggi, la Tari che paga un cittadino palermitano non è certamente tra le più alte in Italia”.

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