• Stato d’agitazione annunciato per i primi giorni di giugno
  • Preoccupa carenza personale di 1.000 poliziotti penitenziari
  • Contestata legge Madia

Secondo i dati forniti dall’amministrazione penitenziaria regionale, nelle carceri siciliane c’è una carenza di 1.000 poliziotti del settore. Le sigle sindacali Sappe, Osapp, UilPa PP, Uspp, Fns Cisl, Fp Cgil della regione Sicilia preannunciano lo stato d’agitazione per i primi giorni di giugno.

Lo comunicano con una nota congiunta dove “pur prendendo atto della forte spinta del Provveditore Regionale Cinzia Calandrino preannunciano lo stato di agitazione, con manifestazioni pubbliche territoriali e regionale, che si terranno nella prima decade di giugno per sensibilizzare il Capo del Dipartimento e il Direttore Generale del Personale ad una onesta e congrua assegnazione di personale di Polizia Penitenziaria”.

La nota si apre con un’analisi della situazione attuale. “La sicurezza di un Paese si realizza se tutti gli apparati dello Stato funzionano – si legge – Oggi, invece, siamo qui a manifestare il nostro dissenso per rimarcare e denunciare la grave situazione che ancora persiste e peggiora ogni giorno di più nella regione Sicilia. A conferma di ciò, sono gli stessi dati forniti dall’Amministrazione Penitenziaria regionale è acclarata la carenza di 1.000 unità di Polizia Penitenziaria”.

Contestata la legge Madia

Le parti sociali continuano: “Questa situazione, comporterà a breve se non si interviene, la perdita totale della gestione dell’ordine e della sicurezza delle carceri siciliane. Infatti, la scellerata legge Madia che ha falcidiato l’organico della Polizia Penitenziaria, costringe il personale ad occupare anche 4/5 posti di servizio, così da genere tra i tanti danni, anche l’aumento giornaliero delle umilianti aggressioni fisiche verso i nostri colleghi, che si vedono offesi dalla spada di Damocle del troppo buonismo, che oramai condanna abele e applaude caino!”.

“Follia bloccare il turnover”

“Inoltre, la follia dei governi precedenti di bloccare “il turnover” ha determinato che il personale di Polizia penitenziaria in Sicilia ha una età media di oltre 53 anni, quindi prossimi alla pensione, logorati da un lavoro altamente usurante, mentre la criminalità e la delinquenza è molto più giovane. Oggi in Sicilia ai Poliziotti Penitenziaria non vengono concessi i diritti minimi, cioè riposi e/o licenze, logorando fisicamente i Poliziotti, con una forte percentuale altissima di assenza per malattie psicofisiche. Purtroppo non possiamo sottacere sulle cattive relazioni sindacali in certe realtà, che aumentano i conflitti, fermo restando la vera carenza di direttori e comandanti di reparto, in istituti di particolare rilevanza, unita alla penuria di personale del comparto funzioni centrali, che vengono surrogati da personale di Polizia Penitenziaria, distogliendolo dai compiti operativi di sicurezza”.

Situazione preoccupante

La nota sindacale prosegue: “Le OO.SS sottoscritte, che rappresentano quasi il 90% del personale di Polizia Penitenziaria in Sicilia, confermano che la preoccupante situazione da tempo denunciata, a breve potrebbe comportare l’impossibilità di poter gestire adeguatamente le carceri, con grave nocumento alla sicurezza della collettività, fermo restando senza ombra di smentita che se non ci sarà un congruo ripristino delle dotazioni organiche almeno ai livelli del decreto ministeriale del 2 ottobre 2017, le strutture penitenziarie a breve potrebbero essere ingestibili, a causa della pericolosissima ed evidentissima voragine nell’organico”.