• Partito l’iter per la sfiducia a Orlando
  • Ma la mozione sembra ‘nata già morta’
  • Dopo Forza Italia frenano anche i 5 stelle
  • I voti per la sfiducia non ci sono più

Una mozione di sfiducia nata ieri e già defunta oggi stesso. Dopo Forza Italia anche i 5 stelle annunciano che non firmeranno e non voteranno lo stop all’amministrazione Orlando. Che sia paura di andare a casa in anticipo o esigenza di più tempo per prepararsi alle elezioni difficile a dirsi ma nessuno vuole portare fino all’estremo l’opposizione all’amministrazione Orlando

La mozione presentata dalla Lega

L’iter per la sfiducia al sindaco è partito ieri. Dopo le polemiche che hanno fatto seguito alla sfiducia nei confronti dell’assessore alla mobilità Giusto Catania e la sfida lanciata dalla giunta comunale che invita le opposizioni a sfiduciare il sindaco se ne sono capaci invece di proseguire con inutili censure agli assessori, è stata la Lega la prima a presentare una mozione in questo senso.

Anche Fratelli d’Italia lo vuole sfiduciare

Lo ha comunicato ieri pomeriggio il capogruppo del Carroccio al Comune, Igor Gelarda ma non si tratta dell’unico documento di sfiducia. Analoga iniziativa viene da Fratelli d’Italia e porta le firme di Mimmo Russo e Francesco Scarpinato. Adesione alla sfiducia arriva poi dalla consigliere Sabrina Figuccia che considera questa una opportunità da non perdere.

Cinque firme contro Orlando

Nel complesso le firme sulla mozione eventuale, fino ad ora, sarebbero cinque perché per la sfiducia si è pronunciata anche la consigliera azzurra Marianna Caronia. Tecnicamente per mandare a casa sindaco e consiglio i numeri ci sarebbero anche con le firme di tutta l’opposizione e di Italia Viva ma su questa vicenda si spacca Forza Italia che non è pronta per andare alle urne e dunque non crede di dover firmare la sfiducia.

Si spacca Forza Italia, l’addio di Marianna Caronia

La spaccatura arriva proprio con la consigliera Marianna Caronia che, a fronte di questa scelta, sbatte la porta e se ne va “Prendo atto che anche Forza Italia, vuole condannare la città ad essere governata da Orlando per un altro anno, a differenza di chi vuole mandare presto a casa questa Giunta per tutti i danni che ha arrecato e potrebbe continuare ad arrecare ai palermitani. Non mi stupisce, dopo che ormai da mesi Forza Italia, anche al massimo livello regionale e all’Ars, ha palesemente voltato le spalle a Palermo. A questo punto non posso che lasciare il partito”.

La frenata dei 5 stelle

Ma la sfiducia appena lanciata è già defunta visto che dopo Forza Italia anche i 5 stelle decidono di non firmarla
“Siamo consapevoli del grido d’allarme che proviene dalla nostra città, e non ci sottrarremo alle nostre responsabilità sino a quando ci saranno le condizioni per lavorare e fornire un contributo concreto. Questo però non significa mettere da parte le battaglie politiche né venir meno alle prerogative di controllo e di impulso sull’attività della Giunta e del Sindaco” scrivono i consiglieri pentastellati Viviana Lo Monaco, Concetta Amella e Antonino Randazzo.

“Non si può dimenticare come le fila degli attuali oppositori del sindaco siano popolate anche da coloro i quali hanno contribuito attivamente alla riconferma di Leoluca Orlando nel 2017. In questo contesto complesso, il M5S continuerà a distinguersi per la coerenza del proprio percorso di opposizione responsabile, rispettando il mandato assegnato dai cittadini alla nostra forza politica. Se ci saranno le condizioni per continuare a lavorare in Consiglio comunale noi ci saremo per il bene della città, esprimendoci sugli atti più urgenti e importanti come il Bilancio consolidato, il programma Triennale OO.PP. 2020/2022 ed elenco Annuale 2020, il pef TARI, la delibera sul progetto dell’area ex Grande Migliore, la variante di via Rosario Nicoletti, il Regolamento sui beni comuni, quello sulla gestione degli impianti sportivi e il regolamento sulla gestione dei rifiuti”.

Una sfiducia che non ci sarà

In poche parole niente sfiducia. Palermo si conferma, ancora una volta, capitale, se non altro, delle polemiche.

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