A Casa Minutella, il talk show condotto da Massimo Minutella su BlogSicilia.it, è andato di scena il confronto serrato tra Gaetano Armao, vicepresidente della Regione Siciliana e assessore all’Economia, e Cateno De Luca, sindaco di Messina.

LA BARACCOPOLI DI MESSINA

Si è parlato, anzitutto, della baraccopoli post terremoto, al centro da anni del dibattito politico. De Luca ha affermato di avere chiuso l’accordo «circa un mese fa, nonostante le incursioni del presidente Nello Musumeci per farsi proporre come commissario. Quando mi è stata presentata la questione, non ci stavo a ricevere questo ‘schiaffo’ alla città e ho proposto una figura istituzionale, il prefetto. Comunque, siamo riusciti ad ottenere il risultato».

Armao, però, non è stato dello stesso avviso: «Si fa un po’ di confusione. L’accordo è stato raggiunto in sinergia con il ministro Mara Carfagna. Tuttavia, nella stessa mattina in cui è stato annunciato, la migliore cosa che De Luca ha fatto è candidarsi come presidente della Regione. Politicamente, non ritengo corretto usare elettoralmente misure che riguardano la città e di cui si sono fatti carico i livelli nazionale, regionale e locale. Ognuno, però, ha la sua etica politica. Vorrei precisare, comunque, che la novità importante di questo provvedimento è che i 100 milioni di euro del Fondo sviluppo e coesione per la baraccopoli di Messina sono 100 milioni aggiunti rispetto a quelli già in dotazione del governo regionale. Lavorando sodo, in silenzio, senza proclami, abbiamo portato a casa 100 milioni che non c’erano».

De Luca ha poi accusato la Regione di avere trasferito alla città di Messina solo 9 milioni e mezzo di euro in 3 anni ma «la Regione non può trasferire un bel niente fino a quando non si determina con lo Stato la riprogrammazione dei fondi», ha replicato Armao.

Cateno De Luca e Gaetano Armao

IL RAPPORTO CON NELLO MUSUMECI

In collegamento c’era anche Mario Barresi, giornalista de La Sicilia, che ha stuzzicato De Luca sui motivi per cui il sindaco di Messina attacca spesso Musumeci. Per il giornalista, infatti, l’astio risalirebbe a come l’attuale presidente della Regione ha reagito all’arresto di De Luca – e poi ne è uscito pulito – perché, anziché difenderlo, «ebbe una posizione fredda e disse che la politica deve liberarsi di certi personaggi prima della magistratura».

La risposta di De Luca: «Sì, sul piano personale, ci sono rimasto male. Al di là di questo, però, non si è fatto un passo indietro, ad esempio sui rifiuti o sulla gestione del Covid-19. Ho interloquito con Musumeci, infatti, fino alla pandemia. Alla fine, bisogna trarre le conclusioni: come Comune ti trovi in difficoltà perché i trasferimenti dalla Regione non arrivano; sui rifiuti Musumeci ci ha accusato, come se fosse colpa nostra. Insomma, ci sono fatti precisi che determinano un fallimento oggettivo dell’esperienza della giunta. Dopo la iattura del governo di Crocetta, ora c’è la sciagura del governo di Musumeci».

Armao ha ribattuto così: «L’intento di De Luca è fare campagna elettorale e non basta guardare ai problemi ma bisogna pensare alla loro risoluzione. Si lamenta. Nel privato crea aggressioni e nodi che non consentono di risolvere le questioni di Messina e poi dice che non si possono risolvere. Ho legami forti con la città e ho amici che tre anni fa invitai a votare per De Luca, di cui riconosco capacità e competenza. Entra nei problemi e li studia. La trasformazione, però, in tribuno, demagogo, fanatico, usando i problemi della città per scopo elettorale, mi mettono in imbarazzo. Sono convinto che bisogna lavorare per quello per cui si è stati eletti e non per le elezioni successive».

La controreplica di De Luca: «Sarà sempre il tribuno per difendere il territorio dalla Regione che ha determinato il problema dei rifiuti, che non dà risorse, che ha concesso solo un euro di fronte a un miliardo me mezzo di promesse». Tuttavia, De Luca ha riconosciuto che Armao sa come si fa l’assessore al Bilancio, assumendosi anche dei rischi.

Infine, De Luca ha chiesto ad Armao di sbloccare i 40 milioni per lo ‘sbaraccamento’ e di risolvere la questione della contrada di Montesanto.