La parifica del bilancio 2019 della Regione finalmente è arrivata. Sia pure con grande ritardo adesso c’è uno strumento certo a base dei bilanci seguenti.Ma non tutto è andato liscio e bisognerà rettificare una lunga serie di poste in bilancio con il rischio che alla fine si crei un nuovo buco, anzi una nuova voragine.

Contestate poste per oltre 1 miliardo e 400 milioni

Le contestazioni costituiscono un elenco infinito. Nel complesso ammontano a 1 miliardo e 400 milioni. Certo sono poste molto diverse fra loro e solo alcune potrebbero rischiare di diventare un reale ‘buco’ nei conti degli anni a venire e dunque anche oggi.

Andando per ordine sommano a 531 milioni di euro i risultati di amministrazione considerati irregolari dalla corte Si va dal fondo contenzioso con una carenza di 315 milioni di euro all’omessa istituzione di 102 milioni nel fondo rischi, per la mancanza di 34,9 milioni nel fondo crediti di dubbia esigibilità, ai mancati mancati appostamenti di 142 milioni nella parte vincolata relativa ai trasferimenti. Gli altri 216 milioni contestati riguardano la mancata contabilizzazione del conguaglio Irpef per 182 milioni e il conguaglio per l’Iva pari a 34 milioni.

Va peggio con il disavanzo e le quote di disavanzo non recuperate nel rendiconto 2018 e da ripianare nel 2019 per un totale di oltre 875 mln.  Copia della decisione sarà trasmessa al presidente della Regione, al presidente all’Ars, al ministro dell’Economia e al presidente del Consiglio.

Dalla Regione valutazioni solo dopo la lettura del dispositivo

Tende a spegnere gli allarmi l’assessore all’Economia Gaetano Armao “L’amministrazione regionale prende atto dell’auspicata parifica del rendiconto generale della Regione Siciliana per il 2019. Per quanto riguarda alcune rettifiche richieste, ci si riserva di svolgere le considerazioni di merito appena sarà disponibile il dispositivo della decisione con le relative motivazioni”.

Risanamento strada in salita

Preoccupazione, invece, dalle parti sociali “La strada del risanamento è ancora lunga. E i tanti rilievi mossi ne sono conferma. Ora serve un’accelerazione su tutti i fronti. Sul piano finanziario e anche su quello economico e sociale” dice Sebastiano Cappuccio, segretario generale della Cisl Sicilia “adesso bisogna fare di tutto per archiviare la stagione delle insufficienze finanziarie e contabili. Vanno innescati, anche attraverso il confronto con le parti sociali, i meccanismi virtuosi necessari sul versante del risanamento e su quello della creazione di reddito e lavoro. Vanno realizzate le riforme economiche, sociali, della pubblica amministrazione, del welfare necessarie per realizzare coesione sociale e processi di sviluppo intercettando le ingenti risorse Ue del piano di ripresa e resilienza e dando, anche per questa via, un contributo al risanamento finanziario della Regione”.

Commissariate la Regione

Ma se la Cisl è alla ricerca di soluzioni condivise è più duro l’attacco della Cgil che chiede il commissariamento della Regione da parte di Roma “Una parifica con tutti questi rilievi di irregolarità e prescrizioni e con la bocciatura di conto economico e stato patrimoniale, sottolinea la gravità della situazione e rimette in discussione tutta la gestione economica del 2019. Ora l’Ars dovrà dire la sua. Riteniamo tuttavia a questo punto indispensabile un intervento  del governo nazionale, che sia di regia e di supporto al superamento della crisi, giacché, dopo quasi 4 anni di legislatura, possiamo dire che il governo regionale in carica non ce la fa” sostiene il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino.

“In questo ultimi anni- aggiunge Mannino- lo stato dei conti è solo peggiorato, e il giudizio di inattendibilità espresso dal Pm Zingale descrive una situazione grave, della quale come sempre alla fine faranno le spese le fasce più deboli della popolazione e questo oggi come mai è inaccettabile”.

Per il sindacalista il deficit sarebbe già accertato “Non si capisce come si sia potuto generare un ulteriore deficit, dove sia andato e a cosa sia servito l’aumento della spesa corrente, visto che non è servito a sostenere occupazione e
welfare e progetti di sviluppo produttivo”.

Campagna elettorale fra le macerie

“I rilievi della Corte dei Conti, ampi e pesanti, mettono profondamente in discussione l’affidabilità del governo regionale. Adesso, a questo punto della legislatura, è difficile recuperare. In mezzo alle macerie si sta entrando in un clima di campagna elettorale e non c’è a benché minima volontà di affrontare i problemi della nostra regione” sostiene Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia. “La situazione contabile che emerge dai rilievi del pm Zingale non è che il completamento di un bilancio fallimentare di questa legislatura. Come sindacato non possiamo tollerare che tutto questo si scarichi sui lavoratori e sulle fasce deboli. Metteremo campo tutte le iniziative a tutela dei nostri iscritti per evitare che si riversino su di loro i più pesanti effetti dell’inerzia del governo Musumeci”.

La Corte ha certificato il fallimento del governo Musumeci

Per il Pd si tratta di un fallimento chiaro dell’azione di governo “Musumeci abbia il coraggio di riconoscere il fallimento del suo governo confermato dalle numerose disfunzioni gestionali ed amministrative e dalle irregolarità contabili evidenziate nel corso dell’udienza per la parifica del rendiconto generale della Regione siciliana per l’esercizio 2019″ dicono il capogruppo PD all’Ars Giuseppe Lupo, ed il segretario regionale Anthony Barbagallo.
“Non è più accettabile l’improvvisazione dimostrata dal governo Musumeci nella gestione delle risorse, che ha aggravato la precarietà finanziaria della Regione. Il presidente della Regione non può pensare di sfuggire alle proprie responsabilità praticando lo scaricabarile nel confronti del governo nazionale e della burocrazia regionale. La riduzione degli investimenti produttivi e la contrazione dei pagamenti dell’amministrazione regionale, evidenziati durante l’udienza, hanno contribuito negli ultimi anni ad aggravare la crisi economica ed occupazionale della Sicilia.
Il governo e le forze parlamentari regionali ascoltino gli autorevoli moniti formulati dai magistrati contabili sulla necessità di riforme strutturali, di nuovi investimenti, in particolare per l’edilizia e l’ammodernamento tecnologico in campo sanitario, e per valorizzare le opportunità offerte dal PNRR”.

Analoga la posizione dei 5 stelle per i cui deputati “Il quadro dipinto dalla Corte dei Conti è disarmante con tinte molto scure. I consiglieri prima e il PM dopo non lasciano molto scampo al fallimentare governo di Musumeci: con numeri alla mano e relazioni piene di dettagli hanno evidenziato la molteplicità e l’eterogeneità delle aree di criticità finanziarie della macchina regionale, criticità che mettono anche in dubbio l’attendibilità del risultato di amministrazione. A questo punto c’è solo da prepararsi al peggio”.

“La propaganda di Musumeci si scontra con la dura realtà raccontata dalla Corte dei Conti. Chi governa deve essere credibile ed attuare quanto serve per mettere in sicurezza i conti e per evitare che la nave affondi. I siciliani sono veramente stufi di questo fallimentare governo regionale” .

 

 

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