Lettera-appello dei segretari di Cgil, Cisl, Uil al sindaco di Palermo, al presidente del consiglio comunale, alle forze politiche, ai gruppi in Consiglio comunale, per chiedere “di mettere al centro gli interessi generali della città” contro la prospettiva di un futuro incerto per Palermo. Un richiamo all’esercizio della responsabilità,  con la preoccupazione forte espressa da Cgil, Cisl e Uil che tra tagli ai servizi, aumento delle tasse e blocco delle opere pubbliche, su Palermo e sulla sua estensione metropolitana possa abbattersi la minaccia di uno  “tsunami” che uccida la ripresa e interrompa la ripartenza.

“Serve responsabilità”

Il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo, il segretario generale Cisl Palermo-Trapani Leonardo La Piana e per la Uil Palermo Ignazio Baudo consegneranno simbolicamente il documento agli amministratori della città nei giorni in cui si riunirà il consiglio comunale per approvare la manovra finanziaria. “Adesso – è l’invito contenuto nella lettera – è il tempo delle decisioni e della responsabilità, non c’è campagna elettorale che giustifichi il ‘tanto peggio, tanto meglio’. Ognuno si assuma questa responsabilità e la eserciti”.

Un decreto “Salva-Palermo”

Ridulfo, La Piana e Baudo valutano inoltre positivamente l’annuncio del ministro degli Interni Luciana Lamorgese  di convocare un tavolo tecnico sulla crisi di Palermo e dei comuni siciliani e chiedono anche per la nostra città un decreto “Salva-Palermo” (come il recente “Salva Napoli”) per sbloccare le risorse – specie quelle su spese sociali e investimenti – che il Comune è costretto ad accantonare per le norme legate al Patto di Stabilità.

Conti in rosso

Mancano solo pochi giorni al 31 luglio che è il termine ultimo per l’approvazione del documento finanziario di previsione. E i conti di Palazzo delle Aquile sono in rosso poiché mancherebbero all’appello circa 80 milioni di euro di tasse non riscosse, necessarie a far quadrare i conti e a varare il Bilancio. Lo spettro del dissesto è alle porte. Tra tutti, il problema più grosso è quello della Tari, la tassa sui rifiuti, che è tra le più evase in Città.

LA LETTERA

«Dire che siamo preoccupati è davvero poco!

La città, senza soluzioni, si avvicina ogni giorno ad un pericoloso punto di non ritorno. Le difficoltà nel predisporre il Bilancio, i problemi nella gestione delle aziende partecipate e il contenzioso tra il Comune di Palermo – in quanto socio unico – e le stesse aziende avrebbe bisogno, per evitare drammi già visti, di un ambizioso programma di rilancio e di proposte condivise con la città, i lavoratori, le forze produttive e i cittadini. Ad oggi, aldilà dei buoni propositi, registriamo un più generale arretramento sia nella qualità dei servizi, che nella visione della Palermo del futuro.

Sia l’ipotesi della mancata approvazione del bilancio (con il conseguente dissesto), così come quella del piano di riequilibrio finanziario, ci consegnano un futuro dubbio, mentre l’unica certezza sarebbero i tagli ai servizi pubblici, alle scuole, ai portatori di handicap, già gravemente ridotti. Inoltre, la mancata approvazione del piano triennale delle opere pubbliche, ancorché da aggiornare al 2021, mette a rischio i tanti progetti – con le importanti ricadute occupazionali nel settore delle costruzioni e non solo – sul trasporto pubblico, sulla mobilità dolce, sulle manutenzioni, sui cimiteri, sulle scuole, sulla pubblica illuminazione e – non ultimo – sul recupero definitivo del centro storico (quindi sull’offerta turistica e culturale di una città che tra le altre cose ha anche riconoscimenti Unesco), così come sulla rigenerazione urbana e sociale delle periferie.

Oggi, il nostro appello è a tutti, dal Sindaco, agli assessori, dagli amministratori, alle forze politiche, dai gruppi presenti in consiglio comunale (sia di maggioranza che di opposizione), ai cittadini: bisogna mettere al centro gli interessi della città e trovare soluzioni, è necessario che gli interessi di parte tengano conto di un più importante e superiore interesse generale. Un problema ormai strutturale per quasi tutti i comuni della nostra provincia – a cominciare dal capoluogo, è rappresentato dalla difficoltà nella riscossione dei tributi, come ad esempio la Tari (ma vale anche per la Tosap e per la Tassa di Soggiorno, col gettito più basso d’Italia tra le città d’arte) con quello che comporta sia per i bilanci dei comuni che per i servizi pubblici. Per questo bisogna semplificare e facilitare la fedeltà fiscale del cittadino, dei commercianti e delle imprese, che hanno diritto a servizi efficienti, per i quali, dall’altro canto sono tenuti a contribuire, “senza se e senza ma”.

L’odiosa pratica dell’evasione fiscale e dei tributi locali danneggia tutti i cittadini, dai giovani, agli anziani, dalle persone in situazione di disabilità a quelle fragili, dai lavoratori precari, ai disoccupati. In questa città, segnata dalla eterna emergenza rifiuti (non raccolti, abbandonati, non differenziati, frutto anche di un malcostume diffuso, di un carente controllo del territorio e di una illegalità diffusa, tollerata e a volte anche giustificata ) e dove l’evasione della Tari è altissima, bisogna trovare e utilizzare nuovi metodi (ben venga la proposta di collegarla sulla bolletta elettrica, già praticata in altri paesi, magari solo per la quota fissa, vincolando la parte variabile alla incentivazione della raccolta differenziata), che possono determinare il pagamento della tariffa da parte del maggior numero di utenti e quindi un abbassamento della tariffa come peraltro sta già avvenendo in altri vicini comuni virtuosi.

In questa situazione, per pagare meno, occorre che paghino tutti e non solo i soliti. La “facile” anche se sofferta scelta di aumentare la tariffa con l’attuale gestione significa fare pagare sempre i soliti, che non sono, paradossalmente, nemmeno i più benestanti. Il tema dei bilanci dei comuni e del Comune di Palermo si intreccia con le possibilità della ripartenza, di conseguenza le difficoltà dei comuni e del Comune di Palermo – diciamolo chiaramente – rischia di “uccidere” la ripresa, non ultimo non si potranno nemmeno presentare progetti a valere del PNRR!

Come è noto, il Comune di Palermo versa in una condizione di bassissima capacità di riscossione delle proprie entrate, che produce un crescente accantonamento al FCDE (fondo crediti di dubbia esigibilità) il cui effetto è il continuo ricorso alle anticipazioni di tesoreria. Inoltre, è inaccettabile che la riscossione delle entrate, attraverso “Riscossione Sicilia” nel periodo 2000-2018, sia stata appena dell’1,89 per cento, cioè dei 939 milioni di euro se ne sono riscossi appena 17 milioni!

Tutto ciò ha prodotto una tempesta perfetta. Uno “tsunami” è in arrivo e minaccia la città e la sua estensione metropolitana. Questo, ovviamente insieme ai non secondari accantonamenti per cause legali, che contribuiscono in modo determinante a formare l’enorme “montagna da scalare”.

Servono modifiche legislative degli obblighi normativi che impongono al comune di Palermo, come agli altri, di accantonare nel fondo rischi l’equivalente di quanto prevede di riscuotere e un decreto “Salva-Palermo” (come il recente “Salva-Napoli”), perché sarà difficile trovare soluzioni a breve e perché di fatto ci sono a causa di una norma legata al Patto di Stabilità tante risorse che non si possono spendere per spese sociali e spese per investimenti e restano bloccate. Se il Comune di Palermo, come scrive il Ragioniere generale, si trova in una “situazione preoccupante di insanabile precarietà e strutturale squilibrio, con l’impossibilità ad approvare il bilancio di previsione 2021-2023”, è pure vero che diventa un ente in dissesto sotto il profilo funzionale”, paradossalmente, per sovra-accreditamento e non per sovra-indebitamento.

Adesso è il tempo delle decisioni e della responsabilità, non c’è campagna elettorale che giustifichi il ‘tanto peggio, tanto meglio’. Ognuno si assuma questa responsabilità e la eserciti. Il sindacato confederale CGIL, CISL e UIL palermitano è pronto a fare la propria parte».