• Il governatore Musumeci ha chiesto a Draghi lo stato di mobilitazione del servizio nazionale di Protezione Civile
  • La Sicilia continua a bruciare
  • Servono più uomini e mezzi appartenenti ai vigili del fuoco e al volontariato
  • Musumeci in sopralluogo alla Plaia di Catania distrutta dalle fiamme: “Carcere a vita per i piromani”

Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha chiesto al capo del governo nazionale, Mario Draghi, la dichiarazione dello stato di mobilitazione del servizio nazionale di Protezione Civile.
La richiesta si è resa necessaria di fronte al grave rischio di incendi dovuto alla eccezionale situazione meteoclimatica che interessa l’Isola.

Servono risorse extra regionali

L’eventuale riconoscimento dello stato di mobilitazione determinerebbe un concorso straordinario di risorse extra-regionali sia in termini di uomini sia di mezzi appartenenti ai vigili del fuoco e al volontariato.
Nella mattinata Il presidente Musumeci è stato in contatto con il capo della Protezione Civile nazionale, Fabrizio Curcio, per sollecitare l’adozione del provvedimento.

Sopralluogo alla Plaia di Catania distrutta dalle fiamme

Poco prima, assieme al capo della Protezione Civile regionale Salvo Cocina e al responsabile provinciale Giovanni Spampinato, il governatore ha fatto un sopralluogo nell’area della Plaia in cui ieri pomeriggio, come è noto, le fiamme partite da terreni incolti hanno distrutto alcuni stabilimenti balneari.

“Pattuglia di delinquenti”

Musumeci ha dichiarato ai cronisti presenti al sopralluogo: “Dobbiamo fare i conti anche con questa calamità che in parte è dovuta ad eventi naturali, 45 gradi a luglio non si registravano mi dicono da moltissimo tempo, e dall’altro ad una pattuglia di delinquenti che si divertono a lanciare segnali attraverso l’attività del piromane.
Se dipendesse da me darei il carcere a vita a queste persone“.

Cosa ha fatto la Regione sul fronte degli incendi

Musumeci ha proseguito: “Quanto al corpo dei vigili del fuoco, come sapete, dipende dal ministero degli Interni, e non dalla Regione siciliana.
Noi ai vigili del fuoco siciliani abbiamo dato un elicottero, crediamo sia una manifestazione di collaborazione istituzionale significativa.
Quindi bisogna interloquire con il governo nazionale. Io l’ho già fatto il mese scorso quando il ministro Lamorgese è venuta a trovarci a Palermo.
Quanto alle nostre forze, abbiamo attivato tutto ciò di cui dispone la Protezione Civile.
Abbiamo comprato 100 mezzi per le associazioni di volontariato, alcune delle quali sono state messe a disposizione della Regione per il periodo estivo. Abbiamo potenziato il corpo delle guardie forestali, non possiamo per ora celebrare le assunzioni pubbliche e quindi abbiamo lavorato sul terreno della mobilità interna.
Vi ricordo – ha aggiunto il governatore – che abbiamo oltre 18mila braccianti che lavorano nell’anti incendio e nella forestale, abbiamo già presentato un disegno di legge di riforma che allunga le loro giornate e credo che serva fare ricorso ai nuovi mezzi della tecnologia, perché bisognerebbe intercettare il fuoco già all’inizio, prima ancora che possa espandersi”.

I danni

Il governatore, a chi gli ha chiesto cosa intende fare la Regione in merito ai danni che gli incendi stanno provocando ha infine risposto: “I danni sono calcolabili, ci vuole solo tempo per calcolarli. Non siamo all’Apocalisse, è chiaro che è stata una brutta batosta per alcuni nostri operatori economici, vedremo cosa consente la legge di fare. Io mi sono già messo in contatto stamane con la protezione civile nazionale, il nostro capo della protezione civile regionale Cocina sta già lavorando per una ricognizione dei danni e tutto quello che sarà possibile fare lo faremo. Da un lato c’è il fronte incendi, dall’altro c’è il fronte cenere vulcanica, al centro c’è il fronte pandemia, insomma, credo che non ci stiamo facendo mancare niente…”.

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