Il Movimento unito dipendenti 118 Sicilia chiede tutele per i soccorritori Seus che – secondo quanto riportato – sono troppo spesso esposti al covid19 rischiandone il contagio.

La nota del Mud si rivolge, tra gli altri, al presidente della Regione, all’assessore regionale alla Salute ma anche all’ispettorato nazionale del lavoro, alla VI commissione Ars (Salute) e ad altre autorità dirigenziali.

Si legge: “nonostante le innumerevoli note è venuto nuovamente a conoscenza, su segnalazione diretta e circonstanziata da parte di molti operatori del Sues 118, che lamentano la mancata segnalazione di esposizione a pazienti soccorsi, positivi al test molecolare covid”.

“Nessuna collaborazione”

“Le SS.LL giustamente non sanno che gli operatori della Seus lavorano per il servizio di urgenza emergenza sanitaria 118 della regione sicilia, che non sono in ufficio ma sono per strada in prima linea, sia nella lotta al covid, sia nelle quotidiane emergenze del territorio siciliano, necessitando più di altri, di attenzione, rispetto e collaborazione cosa che non abbiamo da nessuno degli organi in indirizzo. Nnon ne abbiamo neanche dalle centrali operative che spesso mandano equipaggi senza le dovute prescrizioni di legge in merito all’utilizzo dei dpi, in interventi gestiti con molta superficialità dagli operatori di centrale, spesso si mandano ambulanze per interventi non di emergenza urgenza sanitaria lasciando scoperti territori mettendo a rischio sia l’utenza che gli equipaggi stessi, le ambulanze sono risorse non sono servizi a noleggio con conducente”.

“Rischio contagi troppo elevato”

“Sta capitando spesso che all’arrivo in ospedale di un paziente soccorso dal personale Seus, venga scoperto successivamente positivo al molecolare ma non Arriva mai una comunicazione tempestiva al personale della Seus mettendolo a rischio di esposizione ad altri pazienti, già fragili, soccorsi dallo stesso mezzo, agli stessi operatori 118 ed in secondo giro, parenti e colleghi, non parliamo poi del fatto che ai dipendenti Seus non viene mai fatto un tampone molecolare e neanche un sierologico per testare la capacità anticorpale”.

“Grave pecca che mina fiducia”

“Queste criticità all’interno dello stesso ambiente sanitario sono una grave pecca che mina la fiducia, prima ancora dell’utenza, che degli stessi lavoratori che fanno parte del Sistema”.

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