Alle 10.25 del 2 agosto 1980, nella sala d’aspetto della seconda classe della stazione ferroviaria di Bologna, scoppiò un ordigno a tempo, uccidendo 85 persone e ferendone oltre 200. Fu il più grave attentato terroristico della storia italiana dalla fine della seconda guerra mondiale.

Per la bomba Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, neofascisti appartenenti ai NAR, Nuclei Armati Rivoluzionari, sono stati riconosciuti colpevoli, assieme a Luigi Ciavardini e Gilberto Cavallini.

Inoltre, nel 2020 l’inchiesta della Procura generale di Bologna ha concluso che Paolo Bellini (ex Avanguardia Nazionale), esecutore insieme agli ex NAR già condannati in precedenza, avrebbe agito in concorso con Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi, individuati quali mandanti, finanziatori o organizzatori. Essendo questi ultimi ormai tutti deceduti, non potranno essere intraprese ulteriori azioni giudiziarie.

IL MESSAGGIO DI MATTARELLA

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 41° anniverario, ha affermato: «Quarantuno anni fa la città di Bologna e con essa la Repubblica vennero colpite al cuore. Un attentato dinamitardo, ad opera di menti ciniche che puntavano alla destabilizzazione della democrazia italiana, provocò una terribile strage in cui morirono donne e uomini inermi, bambini innocenti».

«I bolognesi e gli italiani seppero reagire con sofferto coraggio, offrendo solidarietà a chi aveva bisogno di aiuto, di cure, di conforto. Affermando un forte spirito di unità di fronte al gesto eversivo diretto contro il popolo italiano. Sostenendo nel tempo le domande di verità  e di giustizia, che, a partire dai familiari, hanno reso la memoria di questo evento disumano un motore di riscatto civile e un monito da trasmettere alle generazioni più giovani», ha aggiunto.