• Dodici punti vendita Fortè di Palermo e Trapani passano al gruppo Pac 2000
  • Soddisfatti i sindacati dopo la cessione e sul futuro di 52 lavoratori
  • Il gruppo Meridi è in amministrazione giudiziaria da un anno e oltre

E’ stato appena reso noto alle organizzazioni sindacali della cessione di 12 punti vendita Meridi di Palermo e Trapani alla Iges srl, società del gruppo PAC 2000. Secondo quanto comunicato con la procedura, 52 lavoratori saranno trasferiti a più società affiliate alla Iges srl.

Il plauso dei sindacati alla cessione

“Apprendiamo positivamente della cessione di 12 punti vendita a marchio Fortè che, da oltre un anno, si trovano in Amministrazione Straordinaria – a commentare la notizia è Mimma Calabrò, leader della Fisascat siciliana – Una storia travagliata quella dei lavoratori Fortè che, negli ultimi anni, si sono sottoposti a sacrifici estenuanti dovendo ancora percepire diverse mensilità”.

In attesa altri 113 dipendenti

Abbiamo già formulato richiesta d’incontro alle nuove società subentranti alle quali chiederemo garanzie occupazionali per i lavoratori coinvolti – continua la sindacalista – Confidiamo che presto anche gli altri 113 lavoratori dei punti vendita dislocati nell’intera rete vendita siciliana possano anch’essi transitare in altre società mettendo fine a una situazione drammatica che coinvolge, da quasi due anni, non soltanto i lavoratori ma anche le loro famiglie – conclude Calabrò – Continueremo a restare vigili seguendo la vicenda passo, passo, sempre a fianco dei lavoratori”.

L’amministrazione straordinaria

Nel gennaio 2020 è arrivato il via libera all’amministrazione straordinaria per il gruppo Meridi titolare del marchio Fortè e di tutti i supermercati del gruppo. Il Tribunale di Catania ha ammesso all’amministrazione straordinaria per i grandi gruppi industriali in crisi l’azienda dell’ex patron del Calcio Catania Antonino Pulvirenti che controlla oltre 90 punti vendita dei supermercati Forte in Sicilia con circa 500 dipendenti. I giudici nel provvedimento hanno nominato anche tre commissari. La Procura si era opposta, e i legali dei creditori si erano associati, alla richiesta avanzata dalla società.