“Giusto fare luce sulle omissioni che in Sicilia negli ultimi 30 anni sono sotto gli occhi di tutti in tema di rifiuti e acque reflue”. Il presidente della Regione, Nello Musumeci, non ha dubbi di fronte alla commissione nazionale Ecomafie che questo pomeriggio lo ha voluto sentire in audizione in prefettura a Palermo. Con il governatore anche Toto Cordaro, assessore Territorio e Ambiente, Daniela Baglieri, assessore all’Energia e Servizi pubblica utilità, e Marco Zambuto, assessore alle Autonomie locali e Funzione pubblica.

Il governatore molto abbottonato

“Si evita di fare fughe in avanti in circostanze come queste – ha voluto precisare ai giornalisti Musumeci -, non sappiamo se alcune dichiarazioni debbano essere secretate o meno, questo dipende dal presidente della commissione. In linea generale è sotto gli occhi di tutti quella che è stata la gestione delle acque reflue e dei rifiuti negli ultimi 30 anni in Sicilia e noi grazie a Dio abbiamo invertito la tendenza anche se siamo solo all’inizio del percorso. Quindi ben venga la commissione perché bisogna fare luce su tutte le responsabilità, le omissioni dolose e le colpe”.

La prima volta della commissione

È la prima volta che la commissione Ecomafie fa un’indagine specifica su questo tema, quindi quello delle acque reflue e dei rifiuti. Un lavoro articolato e complesso che ha necessitato di molto tempo. Un lavoro che si chiude con le audizioni dei vertici della Regione Siciliana e porterà ad una relazione esaustiva di tutto il ciclo della depurazione delle acque, le sue criticità e le necessarie e indifferibili azioni che devono essere intraprese.

Le prime evidenti criticità

Da evidenziare che già la commissione Ecomafie fu in Sicilia e mise in evidenza una serie di criticità sulla depurazione di alcuni impianti. Poco dopo venne fuori l’indagine a carico di Amap, la società che in provincia di Palermo gestisce il servizio idrico e fognario in una trentina di Comuni. A finire sotto indagini i vertici della società controllata dal Comune di Palermo per delle presunte gestioni illecite dei depuratori di Carini, Balestrate e di Acque dei corsari a Palermo. Ad emergere l’ipotesi che i fanghi non siano stati trattati e scaricati addirittura a mare.

La difesa del governo siciliano

Musumeci però si tira fuori da ogni responsabilità: “Noi abbiamo realizzato nuovi impianti, c’è stato un riequilibrio fra impianti pubblici e impianti e termoutilizzatori per i rifiuti. Per le acque reflue sapete che la Sicilia nel 2014 è stata commissariata dallo Stato dopo essere stata penalizzata dall’Unione europea. Io ricordo a tutti che ero all’opposizione. Razionalizzare le procedure? Certamente ma è una competenza collegata alla normativa nazionale. Vorremmo tanto facilitare e semplificare le procedure e la polverizzazione delle competenze, noi lo diciamo a Roma da qualche anno, spero che le buone volontà diventino presto azioni concrete”.

 

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