Torna in Sicilia Matteo Renzi e come sempre lo far accompagnato dal suo “delfino”, il senatore palermitano Davide Faraone. Venerdì e sabato prossimi, 24 e 25 settembre, il leader e fondatore di Italia Viva toccherà diverse province nell’ambito del suo tour “Controcorrente”. In pratica presenterà l’omonimo ultimo suo libro in cui parla delle sue vicissitudini politiche legate all’ultimo periodo, un quanto fautore dell’ultima crisi di governo che poi ha portato alla nascita dell’attuale governo Draghi. Inevitabilmente i riflettori si accenderanno su di lui perché si attende anche qualche dichiarazione in vista delle prossime elezioni comunali a Palermo e regionali del 2022.

Le sue tappe

Renzi debutterà in Sicilia con questo suo tour a Siracusa il 24 settembre. Alle 15,30 sarà a “Le residenza di Archimede”, per poi spostarsi alle 18 a Giarre, nel catanese, dove presenzierà a “Radicepura”, all’horticultural park di via Fogazzaro. Chiuderà in serata la sua prima giornata siciliana alle 21 a Brolo, in provincia di Messina all’hotel Gattopardo sul lungomare Rizzo. L’indomani unica tappa alle 10,30 a Palermo al golf club di parco Airoldi, in piazza Leoni.

Il libro “Controcorrente”

Non ha scelto a caso il titolo del suo ultimo libro. Lo ha chiamato “Controcorrente” proprio perché ha voluto spiegare le sue ragioni di quella che potrebbe sembra una scelta impopolare, quando ad inizio anno proprio Renzi fu il responsabile di un gesto che a molti è sembrato un errore, un azzardo, una provocazione: aprire una crisi di governo in piena pandemia. “L’ho fatto, insieme ad altri colleghi e amici, – spiega sinteticamente il leader di Italia Viva – perché pensavo fosse giusto e necessario per l’Italia cambiare passo sui vaccini, sull’economia, sul futuro. Oggi sono più convinto di prima. L’ho fatto e lo rifarei, dunque. E tuttavia avverto la responsabilità di raccontare, confidare, illustrare ciò che è accaduto in queste settimane, per chi davvero vuole conoscere, giudicare e criticare le nostre scelte. Ma vogliamo farlo partendo dalle ragioni profonde che ci hanno mosso, non dalla verità preconfezionata degli slogan, dei tweet, dei titoli acchiappa consenso”.

 

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