Il Consiglio dei Ministri ha impugnato la sanatoria votata dall’ARS sugli abusi edilizi compiuti nelle aree sottoposte a vincolo relativo.

“Sberla al Parlamento siciliano”

“Un’altra, l’ennesima sberla al Parlamento siciliano. Il tempo delle sanatorie è finito e bisogna tutelare il paesaggio. Adesso l’assessore Cordaro si impegni a ripristinare la legalità”. Lo dichiara Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia.

Norma illegittima

“Lo avevamo detto e scritto più di un anno fa in una lettera aperta ai tutti i deputati regionali di non approvare questa norma anticostituzionale, già cancellata dalla Corte costituzionale, dannosissima perché alla fine legittima altri abusi edilizi. Ma non siamo stati, ancora una volta, ascoltati e l’ARS è stato di nuovo mortificato”, prosegue la nota degli ambientalisti siciliani.

Preservare le bellezze del paesaggio siciliano

Gianfranco Zanna continua: “Bisogna che finalmente il legislatore regionale prenda atto che il tempo è cambiato e non sono più ammissibili e accettate sanatorie. Dovrebbe invece occuparsi di come preservare meglio, di più e in modo concreto le nostre bellezze paesaggistiche”.

“Ennesima brutta figura, ora sfidiamo Cordaro”

“E dopo questa ennesima brutta figura del più antico parlamento d’Europa, soprattutto a causa dell’insistenza dell’assessore Cordaro, conoscendo le sue nobili motivazioni, sicuramente non elettoralistiche, nel proporre e nel difendere questa norma, ci aspettiamo che adesso lo stesso assessore si adoperi con decisione e abnegazione nel risolvere il problema di tutti quei siciliani che, dopo aver compiuto un abuso edilizio e svanita la prospettiva della sanatoria, dovranno mettere a posto le carte e ripristinare la legalità nei loro immobili. È la sfida che gli lanciamo”, conclude Zanna.

L’impugnativa del CDM

Impugnata la legge n. 19 del 29/07/2021 “Modifiche alla legge regionale 10 agosto 2016, n. 16 in materia di compatibilità delle costruzioni realizzate in aree sottoposte a vincolo”, in materia di condono edilizio. La norma, eccedendo dalle competenze statutarie, si pone in contrasto con la normativa statale. Nel 2021 impugnate 8 leggi su 19 della Regione siciliana, ben il 42%.

M5S: “Avevamo ragione”

“Era l’ennesimo sfregio all’ambiente del governo Musumeci. Un condono edilizio che avrebbe consentito agli immobili totalmente abusivi, costruiti in aree di valore paesaggistico, di potere rimanere esattamente dove sono. Siamo felici che Roma, come avevamo chiesto con tanto di nota ufficiale, abbia messo una toppa, una grande toppa, alle spregiudicatezza del governo Musumeci che continua, con i fatti, a dimostrarsi il nemico numero uno dell’ambiente”. Lo affermano i deputati M5S della commissione Ambiente dell’Ars, Giampiero Trizzino, Stefania Campo e Stefano Zito, commentano lo stop alla legge regionale numero 19 del 29 luglio scorso, arrivato ieri da Roma in occasione della seduta del Consiglio dei ministri.

“Sarebbe stato – afferma Trizzino – un caso unico nel panorama italiano ed è per questo che eravamo più che convinti che fosse assolutamente illegittimo: da qualsiasi altra parte, immobili di questo tipo vengo abbattuti, ordinando al responsabile il ripristino dei luoghi. Roma ha dato ragione a noi e torto ad un governo che di ambientalista non ha assolutamente nulla. In Sicilia – conclude Trizzino – la politica con la ‘p’ minuscola aveva deciso che se hai commesso un reato, puoi farla franca. Alla faccia di chi rispetta le regole e paga le tasse. Qualcuno dica a Musumeci che le legge è uguale per tutti. Anche in Sicilia”.

Fava, “Musumeci tutto chiacchiere e distintivo”

“Sull’abusivismo edilizio, come direbbe Brian De Palma, Musumeci è tutto chiacchiere e distintivo: è contrario solo a parole”. Claudio Fava de I cento passi commenta così la bocciatura da parte del Governo nazionale della norma regionale “che autorizzava una vera e propria sanatoria”.

“Il Consiglio dei Ministri – prosegue il Presidente dell’antimafia – salva la Sicilia dall’aggressione al paesaggio e al territorio, ma non possiamo sperare che sia sempre Roma a intervenire stoppando i tentativi del governo Musumeci di sanatorie sotto falso nome. Nei giorni scorsi, insieme alle altre opposizioni e a molte associazioni ambientaliste avevamo chiesto un intervento al governo nazionale. Oggi possiamo dire che avevamo ragione”.

Passato per un voto ddl stralcio ‘mini-sanatoria’

Per un solo voto a scrutinio segreto, 23 favorevoli e 22 contrari, l’Ars aveva approvato a luglio il ddl stralcio con un solo articolo (il 20) che prevede la cosiddetta “mini-sanatoria” nelle zone ad inedificabilità relativa. Contrari Pd e M5s.

La decisione di separare l’articolo 20 dal resto del disegno di legge sull’edilizia era stata presa dalla presidenza dell’Ars anche alla luce del rischio di una possibile impugnativa da parte del Consiglio dei Ministri. Il presidente Gianfranco Miccichè ha dunque separato il destino della “mini-sanatoria” da quello del ddl sull’edilizia, per far sì che una eventuale impugnativa non blocchi ulteriormente il resto delle norme di settore contenute negli altri articoli del ddl. L’impugnativa ora è arrivata.

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