Rapina ad un trasportatore di tabacchi in via Luigi Einaudi a Palermo nel quartiere Zen. Il dipendente dei monopoli di Stato è stato bloccato da tre uomini, uno di loro armato di pistola nei pressi di un tabacchi che si trova in zona. I rapinatori hanno portato via 14 colli con dentro centinaia di stecche delle più importanti marche di sigarette.

La vittima ha lanciato l’allarme

E’ stato lo stesso trasportatore una volta che i malviventi sono fuggiti via a chiamare i carabinieri e a raccontare quanto successo. Sono in corso le indagini per risalire alla banda. In città è successo molto spesso che i trasportatori di tabacchi vengono seguiti dalle bande e rapinati in zone periferiche del capoluogo.

Il caso singolare nell’agrigentino

In Sicilia spesso si consumano queste rapine a tabaccherie. L’ultimo episodio avvenuto nell’agrigentino ha una sua particolarità perché singolare. Appena qualche giorno fa un uomo con il volto coperto e armato di una spranga di ferro ha fatto irruzione in un tabacchino di Canicattì. Si è impossessato di alcuni gratta e vinci e poi è fuggito a piedi tra la gente che in quel momento faceva la spesa sul corso, smarrendo per strada parte del bottino. Mezz’ora dopo, mentre le forze dell’ordine erano già sulle tracce del malvivente, un telefono squillava nella caserma dei carabinieri di via Di Dino: dall’altra parte c’era un uomo disperato, lo stesso che pochi giorni prima aveva raccontato ai militari il dramma vissuto dalla sua famiglia a causa della tossicodipendenza del fratello. Aveva letto sul giornale che i carabinieri stavano stringendo il cerchio intorno ad alcuni soggetti sospettati di commettere piccole estorsioni ai commercianti, pensava che il congiunto fosse uno di questi e che potesse fare qualsiasi cosa pur di mettere insieme i soldi necessari per comprare la droga. Aveva chiesto aiuto ed i militari lo avevano confortato e rassicurato. Sabato pomeriggio il dramma è giunto alla conclusione. “Sappiamo che nostro fratello ha fatto una cosa che non avrebbe dovuto fare…”. Poche parole, le lacrime e poi in caserma, dove l’indagato ha ammesso davanti ai carabinieri le proprie responsabilità. L’uomo è stato denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Agrigento.

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