• La mostra-evento “I marmi Torlonia. Collezionare capolavori” a Roma
  • Visita guidata d’eccezione con l’archeologo e curatore Salvatore Settis
  • L’esposizione visitabile sino al 9 gennaio 2022

Roma, un afoso pomeriggio di fine settembre. Mi ritrovo come un pesce fuor d’acqua in mezzo a un piccolo e selezionatissimo gruppo di storici dell’arte, io che mi sono sempre occupata della profana moda, in attesa sotto la statua equestre di Marco Aurelio, nella piazza del Campidoglio.

La mostra “I marmi Torlonia. Collezionare capolavori”

Ci guardiamo timidamente intorno cercando di scorgere la figura di colui che ci ha dato appuntamento in questo luogo e che ci farà da guida per il pomeriggio. Si tratta del professore Salvatore Settis, una delle figure culturali più eminenti in italia, archeologo e già direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa, oggi anche curatore, insieme a Carlo Gasparri, di una straordinaria mostra-evento che ha fatto parlare di sé tutta Roma: I marmi Torlonia. Collezionare capolavori.

Il ‘viaggio’ ha inizio dal cuore di Roma con il professore Settis

Puntualissimo arriva ad accoglierci, guidandoci direttamente verso Villa Caffarelli, nuova sede espositiva dei Musei Capitolini e luogo prescelto per l’esposizione, allestita per l’occasione da David Chipperfield Architects Milano e riaperta al pubblico dopo oltre cinquant’anni, sfidando le difficoltà strutturali dovute al fatto che si trovi sui resti (visibili dal giardino) del più importante tempio romano dell’antichità, dedicato a Giove Capitolino.
Una mostra fortemente voluta e rallentata dalla pandemia, che ha inizio proprio dal cuore di Roma, nel palazzo di una delle più importanti famiglie principesche della Città Eterna, dove, lasciandosi alle spalle gli sfarzosi saloni e scendendone i gradini fino ai basamenti, si trova un luogo segreto e misterioso, una vera e propria Wunderkammer, la camera delle meraviglie.

Palazzo Torlonia

Stiamo parlando di Palazzo Torlonia, appartenente alla ricchissima dinastia di banchieri elevatisi a principi nell’800, e la stanza delle meraviglie altro non contiene che la più importante collezione privata di sculture antiche al mondo, esposte nel 1875 nel Museo Torlonia alla Lungara, fondato dal principe Alessandro Torlonia e riposte, alla sua chiusura, circa sessant’anni fa, nei magazzini del palazzo, dove divennero un pallido e sussurrato ricordo ristretto agli adetti ai lavori.

Novantadue opere greco-romane in marmo

E’ in questo luogo ai più sconosciuto che il Professore Settis ha svolto i suoi “scavi”, riportandone alla luce alcuni tra i più bei pezzi contenuti, una selezione di 92 opere greco-romane in marmo (busti, rilievi, statue, sarcofagi ed elementi decorativi) su gli oltre 600 pezzi presenti nella collezione, frutto di una lunga serie di acquisizioni e di alcuni significativi spostamenti di sculture fra le varie residenze della famiglia.

Raccontare la storia del collezionismo tra il XV e XIX secolo

La scelta e poi l’accostamento dei pezzi (restaurati dalla Fondazione Torlonia con il supporto della maison Bulgari), spiega il Prof.Settis, è stata guidata dalla volontà di raccontare una storia, quella del collezionismo tra il XV e il XIX secolo, il cui percorso è stato contrassegnato da cambiamenti di gusti, mode, sensibilità e tecniche, nei criteri di acquisizione delle sculture, nel loro restauro e nell’esposizione nelle dimore.
Se oggi infatti sembra scontata l’intoccabilità degli affascinantissimi moncherini di una Venere di Milo, fino all’Ottocento sarebbe stato naturale attaccarvi le braccia appartenenti a un’altra statua o chiamare un artista a completarle secondo il gusto dell’epoca, magari anche con un marmo di colore differente.

Risvolti sorprendenti

Nascono così pezzi “collage” dai risvolti sorprendenti e a volte anche divertenti, come uno dei marmi più d’impatto della mostra, un caprone al cui corpo antico fu aggiunta una “moderna” ed espressiva splendida testa realizzata da un giovane Lorenzo Bernini seguendo la moda barocca del tempo, o un giovane guerriero a cui a un certo punto sono misteriosamente comparsi un bel paio di folti baffoni.

Il percorso espositivo

L’esposizione si snoda in un percorso guidato dal tema unificante del basamento in mattoni scuri che sorregge le opere a diverse altezze, ispirato anche nel colore ai resti delle fondazioni in tufo del Tempio sottostante, e accoglie il visitatore con un’impressionante podio costellato da busti maschili e femminili in marmo bianco, più e meno antichi, alcuni dal volto verosimilmente espressivo, altri rigidi come il marmo in cui sono realizzati, fino a una, che il Professore chiama affettuosamente “la mia fidanzata senza nome”, seducentissima nel peplo magnificamente modellato che ne svela le forme.
Si prosegue poi con una successione di stanze nelle quali si svelano pezzi di tutti i tipi, da sarcofagi raffiguranti un Hercole che invecchia a ogni fatica, a fontane montate su basamenti girevoli, fino a una grande stanza, cuore dell’esposizione, in cui i marmi sono esposti così come probabilmente lo sarebbero stati un tempo.

Viaggio nel tempo e nella bellezza

Un vero e proprio viaggio nel tempo e nella bellezza che comincia già dal belvedere di Villa Caffarelli, posta sopra un colle che regala allo spettatore una visuale sul teatro Marcello e su alcune delle cupole più belle della città, e che prosegue sulla terrazza panoramica in cima alla villa, sede di un fortunato ristorante che gode sicuramente di una delle viste più mozzafiato di Roma, dove mi reco col gruppo di miei nuovi amici intellettuali per una meritata bevanda rinfrescante a chiusura del giro.

Visitabile fino al 9 gennaio 2022

I marmi Torlonia. Collezionare capolavori, visitabile fino al 9 gennaio 2022, segna a Roma la prima tappa di un tour mondiale che si concluderà con l’individuazione di una sede espositiva permanente per l’apertura di un nuovo Museo Torlonia, dove potremo nuovamente ammirare, nella sua interezza, le meravigliose sculture che hanno segnato la storia del collezionismo mondiale.

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