La Regione Siciliana, tramite l’Assessorato all’Economia nel 2011, ha correttamente interrotto i rapporti con PSP società consortile con la quale aveva sottoscritto un contratto per la gestione e valorizzazione del patrimonio immobiliare nel lontano 2006.

Il censimento scandalo

Non sussiste, quindi, nessun recesso anticipato da parte dell’Assessorato e, conseguentemente, non poteva esser riconosciuta alcuna forma di indennizzo o risarcimento danni alla Società che aveva espletato il controverso censimento del patrimonio immobiliare regionale. Mentre resta incontroverso il pagamento dei residui 3,5 milioni per attività inerenti la costituzione del fondo immobiliare e catastali.

La sentenza

Con un’importante sentenza la Corte d’appello di Roma (n. 6045/2021) ha parzialmente annullato il lodo arbitrale n. 79 del 6 novembre 2013 che aveva visto, per alcuni aspetti, vincitrice la Società e che aveva imposto un versamento alle casse regionali di oltre 11.882.542,67 nel del 2015, in particolare 5,5 milioni € per il recesso anticipato, ritenuto illegittimo e con il riconoscimento di un conseguente congruo indennizzo (2 milioni €).

La sentenza, importante soprattutto perché riconosce la legittimità dell’azione amministrativa, adesso ribalta in gran parte le conclusioni del lodo arbitrale riconoscendo che l’Assessorato all’Economia si era correttamente opposto ad ogni possibilità di prosecuzione dei rapporti contrattuali avviati nel 2006, imponendo la restituzione di ben 7,5 milioni € oltre interessi e rivalutazione.

Rigettato il maxi risarcimento danni

Rigettata anche la domanda di risarcimento danni per oltre 20 milioni € che la società aveva ribadito anche in sede di impugnazione del lodo con domanda incidentale, che porta ad un risparmio complessivo per le casse regionali di oltre 28 milioni € il risultato economico della pronuncia della Corte d’appello romana.

Il Dipartimento delle Finanze e del credito, che aveva dovuto pagare la somma con provvedimento del 2015, adesso provvederà a richiedere la restituzione delle somme indicate.

“È stato corretto interrompere i rapporti con il privato poiché erano cessati rapporti contrattuali  – afferma Gaetano Armao, Assessore all’economia e Vicepresidente della Regione, che avviò 10 anni fa il contenzioso con la Società respingendone le pretese – ed oggi la giustizia riconosce la legittimità dell’azione amministrativa. Un ringraziamento va alle strutture dell’Assessorato all’economia ed all’Avvocatura dello Stato per la difesa in giudizio”.