ROMA (ITALPRESS) – Una banca che guarda a nuovi settori, dall’immobiliare alle rinnovabile, valorizzando il territorio e le sue tradizioni. L’amministratore delegato della Banca del Fucino, Francesco Maiolini, racconta storia e futuro dell’istituto, nel corso dell’intervista a Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano” dell’agenzia Italpress. “Quando abbiamo sposato l’operazione Fucino in realtà non abbiamo trovato una banca in una situazione di crisi irreversibile, era una banca che aveva vissuto vicende societarie, familiari un pò contrastate, si trovava in una situazione di impasse però aveva tanti asset e tante potenzialità – ha spiegato -. Il nostro è stato l’unico caso in cui non c’è stato un intervento della finanza pubblica, nessun risparmiatore ha perso un euro, non abbiamo fatto neanche un licenziamento, abbiamo salvaguardato tutti i posti di lavoro, insomma abbiamo fatto una fusione buona”. L’ad ha ricordato che “quando si fanno queste operazioni la prima cosa che si deve fare è valorizzare quello che si acquista, invece generalmente si tende a smontare quella che è la storia, le tradizioni, e la fusione diventa solo un’operazione liquidatoria”. Il Paese ha assistito, negli ultimi anni, a tante operazioni di fusioni e salvataggi di istituti bancari: “La sensazione è che nelle operazioni degli ultimi due anni si sia dispersa tanta ricchezza, con l’intervento dello Stato in maniera consistente. Io quando penso a Monte dei Paschi penso alle mille opportunità, ad una grande banca, alle grandi tradizioni, ai grandi rapporti con il territorio, occasioni che potrebbero essere colte per rilanciare questo istituto”. Guardando a cosa è accaduto e in prospettiva a quello che potrebbe ancora accadere, nel mondo bancario, Maiolini lancia una proposta: “Probabilmente oggi potrebbe servire pensare a una nuova Iri per il sistema bancario, cioè a una Iri di settore. Affidare le banche, per qualche anno, a una struttura che potrebbe in qualche modo avere il compito di valorizzare e rilanciarle”.
Tornando alla Banca del Fucino, il lavoro dell’amministratore delegato che ha portato buoni frutti: “Abbiamo trovato una banca che ormai era priva di prodotto bancario, stimabile intorno al miliardo e sei, e sette, poco più di un medio credito cooperativo. Oggi a distanza di due anni, chiuderemo l’anno con 6 miliardi, una crescita importante, non quello che abbiamo come ambizione, arrivare a 12 miliardi rapidamente, ma abbiamo quasi più che triplicato il prodotto bancario”. Per Maiolini “le banche dovranno confrontarsi con nuovi competitor e con le nuove tecnologie” e determinante è stato il loro ruolo nel corso della pandemia: “Tutta la finanza circolata nel Paese è stata la finanza bancaria, dall’Europa ancora non è arrivato un euro, le banche non hanno mai chiuso neanche un giorno, hanno svolto un ruolo decisivo e determinante per il sistema Paese e penso sia un errore parlare di ripartenza, di ripresa, qui non ripartirà nulla, oggi si deve parlare della nascita di una nuova economia”.
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