Torna l’incubo cenere proveniente dall’Etna nelle campagne siciliane con la ripresa delle attività che fa salire a otto mesi il “conto” delle emissioni che sino ad oggi hanno causato danni alle coltivazioni. Senza dimenticare anche i disagi per chi è costretto alla pulizia straordinaria delle canalette di scolo, o alla pulizia delle strade rurali. La denuncia arriva dalla Coldiretti che esterna preoccupazione rispetto alla ripresa dell’attività stromboliana dal cratere di Sud-Est.

Costi insostenibili

“Un’ulteriore dimostrazione che siamo di fronte a cambiamenti per il vulcano – sottolinea Coldiretti – e che quindi bisogna avviare un nuovo sistema di interventi che salvaguardi anche gli imprenditori agricoli con norme celeri e ad hoc. Si tratta di una emergenza continua, una vera e propria calamità quotidiana. Per pulire le strutture e le coltivazioni serve tempo, acqua e quindi l’impiego massiccio di manodopera con costi insostenibili”.

L’attuale situazione sull’Etna

Nuovo evento parossistico sull’Etna: una fontana di lava, accompagnata da violenti boati ed emissione di cenere vulcanica, è presente al cratere di Sud-Est. Il fenomeno non è osservabile bene a distanza per la presenza di una copertura nuvolosa che consente una visualizzazione estremamente discontinua e parziale dell’area sommitale del vulcano. L’attività è rilevata strumentalmente dagli esperti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Osservatorio etneo, di Catania grazie a rilevatori presenti al suolo e alle telecamere termiche. L’attuale fase eruttiva dell’Etna non impatta sull’operatività dell’aeroporto internazionale Vincenzo Bellini di Catania.

I dubbi anche per la zootecnia nel messinese

Anche nel messinese questi fenomeni possono avere un impatto e creando anche tante preoccupazioni. Le ‘fumarole’ di Vulcano non impattano sulla qualità delle carni e dei prodotti del bestiame allevato nell’isola delle Eolie. Lo sostengono due dei tre allevatori presenti che si occupano di mille capi. “Il pascolo – osserva uno di loro, Fabrizio Lo Piccolo – è super controllato dai guardiani di turno. Avviene in zone tranquille e sicure, ben lontane sia dalla cima del cratere che dall’area ‘ex camping Sicilia’ che per la fuoriuscita di gas è stata completamente interdetta dai vulcanologi. Insomma, il nostro bestiame è senza alcun rischio di contaminazione. Almeno per ora”. “L’alternativa – aggiunge il suo ‘collega’ Tindaro Orifici – comunque c’è ed è il piano dove io ho tutti i miei vitelli e capre. Noi del nostro cratere ci fidiamo. Non ci ha mai tradito e non lo farà neppure in questa occasione. Certo le nostre attività che sono in via di estinzione, dovrebbero essere anche incoraggiate. Si consideri anche che nell’isola non esiste un mattatoio e per la macellazione dobbiamo recarci a Barcellona con spese dei trasporti esorbitanti”. “Le nostre aziende – puntualizza Lo Piccolo – per via dell’attività del Vulcano stanno anche accusando il colpo. Si sono ridotte le vendite. Noi esportiamo i nostri prodotti in tutte le isole, ma si avverte un calo. Per ora non facciamo neppure più le degustazioni con i turisti”. “Per fortuna – evidenzia Rifici – abbiamo avuto una grandissima stagione turistica. La migliore degli ultimi 30 anni. E ora non ci resta che sperare nel nostro Vulcano. Ma siamo ottimisti”. Anche il sindaco Marco Giorgianni tranquilla gli abitanti dell’isola: “I valori sono stabili e le aree interessate dal fenomeno del gas sono sempre la cima del cratere e l’ex camping Sicilia. Al porto sarà aperto il centro operativo avanzato con la presenza di esperti per dare ai cittadini tutte le informazioni sull’attività del vulcano. Inoltre è quasi pronto il piano della Protezione civile che sarà anche presentato alla cittadinanza e preannuncio che ci saranno delle esercitazioni. Invito i cittadini per qualsiasi segnalazione di rivolgersi al 112”.

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