L’ora più buia della sindacatura di Leoluca Orlando. Dopo il coinvolgimento sull’inchiesta che sta mettendo in discussione i bilanci del Comune di Palermo, il primo cittadino è chiamato ad una strenua difesa politica.

Da un punto di vista giudiziario, tutti i soggetti coinvolti sono da considerare innocenti fino a prova contraria. Ma la politica non attenderà di certo i tempi della giustizia. Le opposizioni già affilano le armi. E qualche “marinaio” della barca amministrativa, in caso di peggioramento della situazione, potrebbe pensare anche ad un passo indietro. Secondo indiscrezioni, qualche assessore ci starebbe già pensando.

Orlando costretto in difesa

Un Leoluca Orlando che, nelle ore immediatamente successive alla notizia dell’indagine sui conti del Comune, è apparso silenzioso. Poche parole, affidate soprattutto ai comunicati stampa ufficiali. Righe nelle quali il sindaco dichiara di voler conoscere le carte a suo carico, prima di esprimere qualunque giudizio. Anche se, durante la conferenza stampa di giovedì a Palazzo Sant’Elia, il primo cittadino ha tenuto a ribadire ai nostri microfoni la propria fiducia nella giustizia.

E’ chiaro però che il sindaco, la sua Giunta e i suoi consiglieri comunali saranno chiamati ad una settimana di barricate. Ad oggi non è stata stabilita ancora la data di convocazione del Consiglio Comunale. Tuttavia, alla prima occasione utile, i gruppi di segno opposto al Professore si lanceranno in una guerra spietata, peraltro già iniziata con richieste di dimissioni ed annunci di mozione di sfiducia. Attacchi ai quali non vi è stata risposta da parte di maggioranza ed assessori.

Le riunioni di Giunta

Bocche cucite, quindi, fra i componenti della Giunta Orlando. Nessuna risposta alle critiche mosse dal centrodestra o alle richieste di dimissioni poste in maniera trasversale. Nemmeno una parola, almeno per il momento. Una questione morale che terrà banco nell’agenda politica, visto il coinvolgimento nell’indagine di diversi dirigenti passati e presenti della macchina burocratica comunale.

Un segno che potrebbe essere interpretato come d’incertezza da parte dei mal pensanti. Tensioni che potrebbero avvolgere più di qualche anima, in vista anche dei prossimi impegni elettorali. Ma se all’esterno non c’è stato un pronunciamento ufficiale, gli assessori a sostegno del sindaco hanno avuto sicuramente occasione di parlare di quanto successo. La Giunta si è infatti riunita diverse volte a villa Trabia. Ufficialmente, per parlare di alcune delibere. Ma è chiaro che il focus si è dovuto spostare anche sui fatti di cronaca riguardanti i bilanci.

Alla luce di quanto accaduto, qualcuno teme una paralisi della macchina politico-amministrativa. In Consiglio Comunale Leoluca Orlando non gode di certo di una maggioranza bulgara, anzi. Considerando soltanto i gruppi consiliari in Giunta, sono dieci i consiglieri rimasti ufficialmente fra i ranghi del primo cittadino. Caos dal quale più di qualcuno potrebbe uscire con le ossa rotte, con atti importanti per il futuro della città che rischiano di marcire fra gli scranni di Sala delle Lapidi. Ciò in attesa che le polemiche si calmino.

C’è chi può sorridere

C’è chi, dalla settimana appena conclusa, ne esce decisamente rinforzato. E’ il caso dell’assessore ai Servizi Cimiteriali Antonino Sala. L’esponente di Avanti Insieme, da un lato, è riuscito a calmare gli animi caldi delle agenzie delle pompe funebri, convincendole a ritirare lo stop alle sospensioni dei trasferimenti delle bare dal cimitero dei Rotoli a quello di Sant’Orsola. Dall’altro, ha incassato la stima addirittura di Matteo Salvini, che lo ha elogiato per il lavoro svolto per calmierare gli effetti dell’emergenza cimiteriale. Spalle larghe e petto in fuori per Sala, ma non tutti possono dirsi così soddisfatti.

Malumori e sguardo al futuro

Ma le facce imbronciate sono decisamente tante. Fra queste sicuramente figura quella di Giusto Catania. L’esponente di punta di Sinistra Comune, il quale continua la sua disperata ricerca di soluzioni per la mobilità in città, rischia di vedere tramontare uno dei suoi progetti di punta, ovvero il tram. Qualora gruppi di “responsabili” non aderissero al richiamo dell’ex maggioranza, il piano triennale potrebbe nuovamente affondare e, con esso, il progetto di mobilità sostenibile dell’assessore. Ma è chiaro che un esponente politico come Giusto Catania non abbandonerà mai la nave di Leoluca Orlando.

Aria di abbandoni?

Sei mesi: questo è il tempo che rimane all’ultima sindacatura di Leoluca Orlando. Ma potrebbe non essere un termine temporale imperativo per qualcuno degli esponenti di Giunta. Secondo indiscrezioni, un paio di assessori potrebbe pensare ad un futuro passo indietro, in caso di peggioramento del quadro politico. Chiaramente non ci sono conferme di questo scenario, ma è chiaro che, chi per opportunità politica, chi per motivi personali, potrebbe essere portato a prendersi un periodo di riflessione.

Fra i possibili indiziati vi potrebbe essere l’assessore al Verde Sergio Marino. Nei primi anni dell’attuale consiliatura ha avuto competenza su tutti i rapporti con le società partecipate. Oggi, mantiene le deleghe relativamente ai rapporti con gli amministratori di Rap e Reset. Pur non essendo coinvolto nelle indagini, potrebbe pensare ad una riflessione ulteriore sul suo ruolo in Giunta.

In caso di rinvio a giudizio degli indagati, anche l’assessore allo Sport Paolo Petralia Camassa non si troverebbe in una situazione facile. Non per motivi legati all’inchiesta o a difficoltà politiche, bensì per una questione morale. Ciò visto il ruolo istituzionale ricoperto dal padre Bernando, capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, nonchè ex componente del Consiglio Superiore della Magistratura. Una situazione che diventerebbe ostica per il tesserato del Partito Democratico, ma che pur sempre rimane uno scenario futuro e non ancora certo. Ad oggi, sia Marino che Petralia, rimarranno al loro posto.

Opposizioni pronte all’offensiva

Quello su cui il Professore non potrà sicuramente dormire sogni tranquilli è l’azione d’attacco delle opposizioni. Un offensiva che arriverà inesorabile sulla testa del primo cittadino e della sua Giunta. I gruppi di Lega e Fratelli d’Italia hanno già annunciato una riproposizione della mozione di sfiducia, ad oggi firmata anche dal gruppo di “Oso”. Una prova di forza politica, che potrebbe chiamare allo scoperto quei gruppi di responsabili che hanno dato una mano alla Giunta per atti vitali per la città.

Conti in rosso e piano di riequilibrio

Il contesto impone però una riflessione a diverse compagini politiche. In ballo vi è il futuro della città di Palermo, sulla quale pende, in caso di arrivo di un commissario, il rischio del dissesto finanziario. Uno degli atti che l’Amministrazione dovrà portare avanti nella bolgia delle prossime settimane è il piano di riequilibrio. Un atto sul quale graverà inevitabilmente il peso di quanto sta succedendo in questi giorni. Da Roma, almeno per il momento, non arriveranno boe di salvataggio. In pratica, l’Amministrazione dovrà cavarsela da sola, ma non sarà facile. Il conto da pagare è alto e di carne attorno alle già fragili ossa delle casse comunali ve ne è rimasta veramente poca.

Leoluca Orlando alla prova del piano triennale

Parallelamente, i gruppi di quella che ormai è soltanto il ricordo di una maggioranza saranno chiamati a difendere il piano triennale delle opere pubbliche. Atto che giace a Sala delle Lapidi già da diversi mesi. Non sono bastati, almeno per il momento, i pareri del segretario generale e dell’avvocatura del Comune a sbloccare l’impasse. L’Aula è ancora ferma ai preliminari e, visto quanto sta succedendo, rischia di restarci. Il documento sottoposto all’attenzione dei consiglieri comunali, peraltro, è stato già respinto il 15 aprile. Ed è stato ripresentato per cercare di salvare i finanziamenti legati ai progetti inseriti in esso. Fra questi, le linee A, B e C del tram, considerate il cavallo di battaglia politico dell’assessore Giusto Catania.