Per la Procura generale di Palermo il caso Mario Biondo è un suicidio. Ancora una volta viene presentata richiesta di archiviazione sul giallo del cameraman palermitano morto a Madrid nel 2013 in circostanze sospette. Ma i genitori non si danno per vinti e faranno opposizione alla seconda richiesta di archiviazione presentata dalla Procura generale, che ha avocato il caso.

La famiglia: “È omicidio, abbiamo le prove”

La decisione segue la nuova istanza dell’accusa che, sulla base degli accertamenti medico legali, ha concluso che il giovane si è suicidato. Diversa la tesi della famiglia, convinta che si tratti di un omicidio volontario.

I consulenti dei Biondo, che hanno svolto diversi accertamenti informatici che metterebbero in dubbio la tesi del suicidio dicono: “Vogliamo che il GIP possa rendersi conto, leggendo personalmente i documenti, di quanta differenza c’è tra le conclusioni della Procura Generale e le prove da noi ottenute, come i tabulati telefonici, internet e tutte le informazioni ricevute dagli stessi social network e compagnie dei servizi email. Prove che non sono mai state chieste in passato e che ora meritano, in rispetto della verità, di essere visionate e prese in considerazione”.

Le analisi dei Ris

Tra le prove menzionate dai consulenti della società Emme Team, anche la relazione dei RIS di Messina, che avrebbe presentato elementi scientifici per affermare che i reperti utilizzati per le analisi istologiche non erano quelli di Mario Biondo.

Profilo Facebook manipolato

E ancora: “Le conclusioni del Consulente della Procura dell’epoca, il quale scrisse che nelle copie backup dei social network in uso a Mario Biondo non vi erano messaggi e/o informazioni dopo il 2011, quando invece aprendoli vi erano ogni sorta di data, geo-localizzazione dei dispositivi collegati alle pagine e molto altro ancora.  Oltre al fatto che lo stesso consulente della Procura ha analizzato il profilo Facebook, ora commemorativo, di Mario, ma non quello che usava per postare e chattare giornalmente”.

“Mario non era solo al momento della morte”

Il caso, più volte al centro di approfondimenti tv, come gli speciali delle Iene, che sembrerebbero dimostrare la tesi della famiglia ovvero fu omicidio. Di recente gli esperti informatici sono arrivati alla conclusione che Mario “non era solo al momento della morte”.

 

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