“Quelli che ora versano lacrime da coccodrillo per le gravi conseguenze dell’alluvione di Catania, sono gli stessi che quando abbiamo chiesto di rimpinguare il capitolo destinato agli interventi per il rischio geologico si sono girati dall’altra parte”.

Quando ancora non è passata l’ondata di maltempo e il catanese si prepara a fronteggiare il terzo giorno di grandi rischi, sia pure con previsione meno pesanti degli ultimi due, scoppia la polemica politica. A lanciarla è Michele Catanzaro deputato regionale del partito democratico.

Scarse risorse contro il rischio idrogeologico

“Il Fondo prevenzione e gestione dei rischi geologici, è diventato operativo formalmente con l’approvazione dell’articolo 40 della legge finanziaria del 2018, – ricorda Catanzaro – ma le poche risorse disponibili non sono mai state rimpinguate nonostante gli appelli più volte fatti”.

Senza fondi a disposizione gli Enti locali non hanno potuto dotarsi dei tecnici necessari a coordinare gli interventi destinati a scongiurare disastri e tragedie come quelle a cui assistiamo in questi giorni, nè dotarsi di un adeguato piano di protezione civile. Nel 2018 avevo cantato vittoria per il risultato ottenuto in aula, – conclude il parlamentare Pd – ma adesso sono costretto a frenare la rabbia per le morti insensate ed i gravissimi danni alle imprese ed ai territori che forse avrebbero potuto essere evitati”.

Le risorse ci sono ma non bastano

Ma il governatore, senza mai riferirsi a nessuno, precisa “I cambiamenti climatici, la fragilità del nostro territorio e la condizione di dissesto, causata spesso dall’intervento dell’uomo, sono fattori che, combinati, possono avere – e lo stiamo infatti constatando – effetti micidiali. Dal 2018 ad oggi, nella lotta al dissesto idrogeologico abbiamo finanziato lavori fino all’ultimo centesimo, per oltre 400 milioni di euro: siamo la prima Regione in Italia per somme erogate”.

“L’azione di difesa del territorio siciliano è stata condotta in modo capillare, distribuendo su tutte e nove le province gli interventi necessari a contrastare frane, esondazioni, instabilità delle infrastrutture e fenomeni di erosione costiera. Ma non basta, non può bastare per un clima che si è velocemente tropicalizzato. E gli interventi ‘ordinari’ nulla possono se in cinque-sei ore si registra la stessa quantità di pioggia che cade, di solito, in sei mesi”.

Servo interventi straordinari che solo l’Europa può mettere in campo

“Senza interventi straordinari, che solo l’Unione Europea può mettere in campo, senza decisioni coraggiose e ormai indifferibili di G20 e Cop 26, ci ritroveremo periodicamente a contare danni e, Dio non lo voglia, altre vittime”  conclude Musumeci

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