Nuovo scontro politico in Consiglio Comunale fra la maggioranza a sostegno del sindaco Leoluca Orlando e le opposizioni. Un dibattito d’aula acceso anche dal caso che riguarda il presidente Totò Orlando, condannato ieri dalla Terza Sezione Penale del Tribunale di Palermo a diciotto mesi di carcere, pena sospesa, per tentata concussione.

Tema centrale del confronto è stata però la posizione del sindaco Leoluca Orlando. Il primo cittadino non ha nessuna intenzione di fare un passo indietro. Cosa che avrebbe spinto alcuni consiglieri ad attuare una strada differente. Dimettersi in prima persona per far decadere gli organi politici di Palazzo delle Aquile.

Totò Orlando: “Farò ricorso” (VIDEO)

Ad aprire una difficile seduta di Consiglio Comunale è stato proprio il presidente Totò Orlando. L’esponente di Italia Viva ha ringranziato i consiglieri comunali per il senso di responsabilità con il quale hanno affrontato la questione e i lavori d’aula. Orlando, poi, ha annunciato che presenterà ricorso avverso alla decisione del Tribunale di Palermo. Nessuna lettera di dimissioni da parte del presidente, che anzi ha rilanciato la sua innocenza.

Richiesta, quella di un passo indietro, che è stata mossa però dalla capogruppo del Movimento 5 Stelle Viviana Lo Monaco, che ha sottolineato l’opportunità di affrontare la questione da un punto di vista morale. Decisamente più garantista il consigliere comunale di Azione Leonardo Canto che si è lasciato andare ad un elogio nei confronti del presidente dell’assemblea, del quale ha sottolineato il grande lavoro degli ultimi anni.

L’affondo di Giusto Catania

Ad infuocare ancor di più la scena politica ci ha pensato Giusto Catania, che ha affidato a Twitter un duro sfogo sull’attuale quadro politico. “Urla sguaite contro gli avversari indagati o (addirittura!) innocenti; silenzio o solidarietà contro gli amici colpevoli. Questo non è garantismo. Si chiama doppia morale e rappresenta un danno grave alla politica”. Non è dato sapere il destinatario del messaggio dell’esponente di Sinistra Comune, anche se qualche analogia con l’attualità politica palermitana si trova.

M5S ed Oso pronti alle dimissioni

Durante la seduta, sono stati diversi i riferimenti a Leoluca Orlando e al caos bilanci. La questione è stata affrontata anche da un punto di vista politico. Il rischio, a detta di più consiglieri, è che Sala delle Lapidi possa andare incontro ad una paralisi peggiore di quella che ha investito il piano triennale delle opere pubbliche. Concetto ribadito anche da Massimo Giaconia, che ha invitato chi non vuole proseguire nelle attività d’aula a dimettersi.

Concetto ribadito, con una sfumatura leggermente diversa, dalla capogruppo del Movimento 5 Stelle Viviana Lo Monaco che, laddove non ci fosse la volontà del Consiglio Comunale di andare avanti su atti fondamentali per la città, ha annunciato la decisione di dimettersi. Proposta condivisa anche dagli altri componenti del gruppo, ovvero Antonino Randazzo e Concetta Amella.

Una proposta estesa a tutti i componenti di Sala delle Lapidi e alla quale hanno subito aderito i due componenti del gruppo “Oso”, ovvero Ugo Forello e Giulia Argiroffi. Proprio Forello, in Aula, ha sottolineato la “questione di fiducia” che si pone relativamente al caos scoppiato negli ultimi giorni. Situazione che limiterebbe, a detta dell’ex pentastellato, l’operatività non solo del Consiglio ma dell’intera macchina burocratica.

I sindacati chiedono l’approvazione del piano triennale

Ed è proprio dal piano triennale delle opere pubbliche che riprenderanno i lavori dell’Aula. Operazioni andate decisamente a rilento negli ultimi mesi. Fatto sottolineato anche dai rappresentanti sindacali del mondo edile, che oggi hanno inscenato un sit-in a Palazzo delle Aquile. A spiegare le ragioni della protesta è Piero Ceraulo, segretario generale della Fillea Cgil Palermo. “Da mesi continuiamo a ribadire che il Comune, attraverso il Consiglio, debba approvare il piano triennale delle opere pubbliche. Con la ressa che c’è fra maggioranza ed opposizione, l’atto è diventato tema di scontro politico. Chiediamo i consiglieri si appellino al senso di responsabilità ed approvino il documento al più presto”.

A ribadire il concetto Paolo D’Anca, segretario generale Filca Cisl Palermo – Trapani. “La speranza è che la politica si renda conto dei danni che sta facendo non approvando questo atto. Senza una progettazione e una programmazione, le opere pubbliche non si possono fare. Se l’atto viene bloccato da un Consiglio Comunale, che pensa più alla rissa politica che allo sviluppo della città, ovviamente non possiamo andare da nessuna parte”.

Sullo stesso piena anche Pasquale De Vardo, rappresentante della FenealUil Palermo. “Palermo ha bisogno di lavoro, non si può andare avanti solo di sussidi. La fame di lavoro che ha il comparto edile è importante. Le beghe personali e politiche dell’Amministrazione non possono distogliere il concreto fabbisogno di sviluppo infrastrutturale e sociale della collettività palermitana”. Appuntamento dunque a mercoledì, quando dovrebbe essere letto in Aula il parere dell’avvocato Natale sul piano triennale.

 

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