Diventa definitiva la condanna per Leonardo Agueci, 34 anni, di Gibellina, per aver favorito la latitanza del superboss Matteo Messina Denaro. I carabinieri della stazione di Gibellina, in esecuzione al provvedimento restrittivo emesso dall’ufficio esecuzioni penali della Procura della Repubblica di Marsala, hanno arrestato l’uomo, pregiudicato che già era stato arrestato nell’agosto del 2015 nell’ambito dell’operazione di polizia giudiziaria denominata “Ermes”.

Le accuse

Agueci deve scontare la pena residua di 3 anni di reclusione per “favoreggiamento personale continuato aggravato dal metodo mafioso per aver agito al fine di agevolare l’associazione mafiosa”. Il 34enne, secondo quanto emerso nel corso delle indagini, avrebbe agito tra i territori di Castelvetrano, Mazara del Vallo e Salemi fino al 2016. Agueci è stato rinchiuso nella casa circondariale “Pietro Cerulli” di Trapani.

La retata

L’operazione che portò nel 2015 anche sulle tracce di Agueci aveva riguardato in tutto 11 personaggi ritenuti “esponenti di vertice della famiglia di Cosa nostra trapanese” che gestivano il sistema delle comunicazioni del latitante Matteo Messina Denaro. La Corte d’Appello di Palermo aveva confermato nel 2020 la condanna a 3 anni e 4 mesi di reclusione per il reato di favoreggiamento, confermando le decisioni di primo grado del tribunale di Marsala nel 2017.

Ieri un’altra condanna

Appena ieri è arrivata un’altra condanna ad uno dei fiancheggiatori che fu arrestato proprio insieme ad Agueci. I carabinieri della stazione di Santa Ninfa, hanno arrestato Ugo Di Leonardo, 79 anni, per una condanna definitiva in cassazione. In particolare, Di Leonardo, nel corso dell’iter giudiziario scaturito dall’operazione antimafia, è stato ritenuto responsabile del reato di associazione di tipo mafioso e condannato a 12 anni di reclusione. Ex geometra del Comune di Santa Ninfa, Di Leonardo era considerato un “postino” del latitante. Il suo difensore, l’avvocato Giuseppe Ferro, aveva fatto rilevare in occasione del primo arresto che la sentenza di condanna non era ancora definitiva. Tre giorni prima della scadenza presentò ricorso in Cassazione contro la sentenza in appello. Forse per un difetto di comunicazione Di Leonardo fu arrestato ma scarcerato poco dopo che il suo legale fece presente alla Procura di Marsala del ricorso presentato con il timbro della data.

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