Utilizzavano messaggi in codice per evitare di essere scoperti nello spaccio della droga. Cibo e auto servivano per definire il tipo di droga che veniva richiesta, mentre per le quantità si parlava di “chilometri”. Un classico metodo che oramai viene spesso utilizzato da pusher e acquirenti ma che non è certamente bastato per portare fuori strada i carabinieri che da tempo avevano “fiutato” il fiorente traffico che insisteva nel ragusano, tra Modica, Ispica e Pozzallo soprattutto. Stamattina all’alba sono scattati arresti e perquisizioni effettuati anche con l’ausilio dei cinofili del nucleo carabinieri di Nicolosi, dello squadrone eliportato cacciatori di Sicilia e del 12° nucleo elicotteri di Catania. L’indagine è partita dai carabinieri della compagnia di Modica, collaborati dai reparti territorialmente competenti e da personale del comando provinciale di Ragusa. Ad essere stata smantellata una rete criminale che aveva gestito, nel corso dello scorso anno sino all’estate di quest’anno, una fiorente attività di spaccio nell’hinterland Ibleo.

Le misure cautelari

L’aliquota operativa della compagnia di Modica ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 15 persone: G.P. di 65 anni, V.P. di 33, G.I. di 29, D.B. di 36, S.G. di 46, A.C. di 48 e N.Z. di 27, tutti finiti in carcere; a loro si aggiungono I.C. di 30 anni, R.B. di 24, G.Z. di 45, C.E.H. di 24 e A.M. di 23, che invece vanno ai domiciliari. Ci sono poi G.C. di 25 anni, C.P. di 40 e R.Z. di 30 a cui invece è stato dato l’obbligo di dimora nel comune di residenza. Sono accusati, a vario titolo, di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo marijuana, hashish e principalmente cocaina, continuata e aggravata poiché commessa da tre persone in concorso tra loro e di essersi avvalsi di minorenne.

Anche altri indagati

Indagate a piede libero altre 4 persone, ritenute responsabili degli stessi reati. Inoltre 8 tra gli indagati sono stati denunciati per aver incassato il reddito di cittadinanza, motivo per cui è stata richiesta la sospensione dell’erogazione del beneficio all’Inps. Il danno all’erario ammonta a circa 80 mila euro. Tutti gli indagati, ad eccezione dei due fornitori che sono catanesi, sono originari dell’area Iblea e tutti con precedenti. I provvedimenti, su richiesta della locale Procura della Repubblica, sono stati emessi dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Ragusa, a seguito di serrate attività investigative dei carabinieri.

Lo sviluppo dell’inchiesta

L’intensa ed assidua attività d’indagine, che si è protratta da maggio 2020 a luglio 2021, è scaturita da diversi controlli su alcuni giovani spacciatori che operavano nella zona del centro storico di Modica per poi proseguire su due distinti tronconi attivi nella compravendita di sostanze stupefacenti, in particolare la cocaina. Più in dettaglio, quasi tutti i soggetti colpiti dalla misura cautelare sono pozzallesi: uno di loro, S.G., risulta già coinvolto nell’operazione “Bronx” del 2018 e condannato in primo grado; c’è poi la figura di G.P., detto zu Pippu (da cui il nome dell’operazione).

Le ricostruzioni con le intercettazioni e non solo

Dalle attività di riscontro e attraverso l’esecuzione di intercettazioni telefoniche e ambientali, nonché dallo sviluppo di spunti ottenuti con osservazioni, controlli e pedinamenti, e dagli accertamenti documentali, gli investigatori hanno sventato una quotidiana e fiorente attività a cielo aperto di spaccio di sostanze stupefacenti, che non risparmiava neanche i giovanissimi, persino minorenni. Difatti, dalle indagini è emerso che tutti i malviventi gestivano tra loro l’intera filiera del traffico: dall’approvvigionamento che avveniva a Catania e Palermo, alla cessione al consumatore finale, al recupero di somme di denaro dovute da vari acquirenti delle sostanze, all’incirca un centinaio di clienti, all’utilizzo di condotte minacciose per recuperare il credito Otto degli acquirenti a loro volta erano pusher.

Migliaia di cessioni

L’attività investigativa ha consentito di registrare numerosissime cessioni di stupefacenti, quasi 3 mila, che avvenivano “alla luce del sole”, attraverso contatti tra giovani che, quotidianamente, si davano appuntamento nei vari centri cittadini del ragusano. Le intercettazioni telefoniche, tutte zeppe di linguaggio criptico con citazioni di alimenti, cilindrate e chilometraggi di autovetture, hanno consentito di delineare la completa autonomia degli indagati. Anche le donne provvedevano e alla cessione delle dosi e al recupero delle somme, tenendo i consuntivi delle famiglie.

La droga intercettata

Durante le fasi operative dell’attività investigativa sono stati effettuati moltissimi sequestri di sostanza stupefacente: 400 grammi di cocaina, 1,8 chili di marijuana, mezzo grammo di eroina, 0,25 grammi di crack, 5 flaconi di metadone e una compressa di suboxone, nonché sono stati documentati 24 viaggi presso le località di approvvigionamento, per oltre 4 chili di cocaina, oltre che identificati numerosi acquirenti. Le attività a riscontro dell’investigazione hanno consentito il sequestro di ben 36 mila euro di denaro contante. Si è stimato che l’attività illecita abbia portato nelle casse di singoli pusher ingenti guadagni, così come desunto dalla giornaliera registrazione di molteplici episodi di spaccio, guadagno quotidiano di oltre mille euro, senza contare quelli probabilmente effettuati e sfuggiti al censimento delle indagini.

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