I sindaci siciliani, nel corso di un’assemblea indetta dall’ANCI Sicilia e svoltasi lo scorso 30 novembre, hanno deciso di inviare un documento al Governo nazionale, ai presidenti della Commissione Finanze e della Commissione Bilancio al Senato e ai 9 prefetti dell’Isola, in cui si fa il punto sul grave stato di crisi strutturale degli enti locali della Regione siciliana indicando gli strumenti normativi necessari per affrontare le criticità.

Manovra di Bilancio insufficiente

L’Associazione dei comuni siciliani “prende atto che la norma del collegato fiscale, che prevede di destinare 150 milioni ai comuni dell’Isola, rappresenti un riconoscimento della crisi strutturale delle autonomie locali della Sicilia ma ribadisce l’insufficienza della misura sottolineando come occorra un intervento normativo destinato ad una platea più ampia di enti che non sia limitato al solo 2021  e incida sulle criticità della riscossione dei tributi locali e sugli accantonamenti del Fondo crediti dubbia esigibilità (FCDE)”.

“Servono modifiche normative”

Nel documento si legge, tra l’altro, che affinché la norma approvata al Senato (art. 16 commi da 8 bis a 8 – sexies del collegato fiscale) possa essere utile ai fini dell’approvazione dei bilanci, in considerazione della valenza triennale degli stessi, è indispensabile prevedere una ulteriore norma in sede di esame del “Disegno di legge di bilancio di previsione dello Stato” al fine di destinare le necessarie risorse finanziarie anche per il 2022 e per il 2023.

Nel testo, infine, viene ribadita la richiesta di un confronto permanente attraverso la costituzione di un tavolo tra Stato, Regione siciliana ed enti locali dell’Isola.

 Il testo integrale del documento

OSSERVAZIONI SUGLI STRUMENTI NORMATIVI NECESSARI PER FAR FRONTE ALLA CRISI STRUTTURALE DEGLI ENTI LOCALI SICILIANI

«Nell’ambito dell’esame del disegno di legge “Conversione in legge del decreto-legge 21 ottobre 2021, n. 146, recante misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili” (DDL n. 2426), in Commissione Finanze e Tesoro del Senato è stato approvato un emendamento che include una specifica previsione in favore dei Comuni siciliani.
Più in particolare tale norma prevede l’assegnazione di risorse finanziarie per complessivi 150 milioni di euro ai Comuni dell’Isola in considerazione delle criticità del sistema di riscossione, del livello di accantonamenti del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità (FCDE) e tenendo conto del disavanzo risultante dal consuntivo 2019.
Tale iniziativa, che è il risultato di una mobilitazione portata avanti da ANCI Sicilia sin dal 25 maggio 2021, pur rappresentando un importante segnale di attenzione da parte del Governo, non costituisce una risposta normativa capace di intervenire per il superamento della crisi strutturale dell’intero sistema degli Enti locali siciliani.
Va osservato infatti che l’emendamento, previsto nell’ambito del collegato fiscale alla legge di bilancio, tiene conto in parte della proposta formulata dall’ANCI Sicilia e, intervenendo solo sul 2021, rischia di essere insufficiente e inadeguato rispetto alla rilevanza delle criticità rappresentate.
Preliminarmente, affinchè la sopradetta norma possa essere utile ai fini dell’approvazione dei bilanci, in considerazione della valenza triennale degli stessi, è indispensabile prevedere una ulteriore norma in sede di esame del “Disegno di legge di bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024”, al fine di destinare uguali risorse anche per il 2022 e per il 2023.
Sotto altro profilo, per quanto riguarda la platea degli Enti beneficiari, si ritiene insufficiente prendere in considerazione soltanto il criterio del disavanzo registrato nel 2019, in base al quale sarebbero coinvolti solamente 210 Enti su 391. Bisogna invece ricomprendere anche i molti Comuni che, pur non avendo disavanzo, sono stati costretti a ridurre drasticamente i servizi erogati alla comunità per potere approvare i documenti contabili e che in assenza di modifiche di sistema sul versante della riscossione sono destinati a subire procedure di dissesto.
Al netto di queste ultime considerazioni sui limiti della norma approvata, vi è la necessità, infatti, di intervenire in maniera strutturale sul funzionamento del sistema di riscossione dei tributi locali per evitare la crescita esponenziale degli accantonamenti nel Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità.
Negli ultimi anni si è avuto ampiamente modo di osservare come gli effetti di tale meccanismo abbiano impedito ai tanti Enti in dissesto e in predissesto di perseguire un effettivo risanamento strutturale. Troppo spesso Enti in piano di riequilibrio sono stati costretti a dichiarare il dissesto ed Enti dissestati hanno dovuto, a distanza di qualche anno, dichiarare nuovamente il dissesto.
Gli accantonamenti determinati dal FCDE, considerati gli attuali livelli medi di riscossione, nella Regione Siciliana rappresenteranno una insostenibile sottrazione di risorse che incide direttamente sulla possibilità di garantire servizi efficienti e di qualità in favore di cittadini e imprese, frenando così ulteriormente lo sviluppo economico e rendendo in molti casi il compito dei Sindaci letteralmente impossibile.
È importante ricordare come l’inadeguatezza del sistema di riscossione dei tributi locali nell’Isola è dovuto anche alle inefficienze del gestore regionale Riscossione Sicilia S.p.A. Se è vero che il processo di incorporazione di Riscossione Sicilia S.p.A nell’Agenzia delle Entrate-Riscossioni, avviato dal 1° ottobre 2021, dovrebbe consentire, in prospettiva, un complessivo miglioramento dei livelli di riscossione dei tributi locali, permane l’esigenza di recuperare il tempo perduto e i danni già prodotti attraverso una forte azione di sostegno agli Enti locali.
Tale azione di sostegno andrà accompagnata, in ogni caso, con interventi perequativi che trasferiscano le risorse finanziarie mancanti ai territori con scarsa capacità fiscale in ragione delle particolari condizioni socio-economiche e ciò in ossequio proprio dei principi che caratterizzano il Federalismo fiscale.
Va poi osservato come la ridotta capacità finanziaria degli Enti influenzi negativamente anche le capacità assunzionali, determinando di fatto un blocco delle assunzioni che incide, in maniera determinante, oltre che sulla qualità dei servizi, sulla effettiva possibilità di utilizzare in maniera efficace le tante risorse della Programmazione Comunitaria 2021-2027 e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Alla luce delle superiori osservazioni, si ribadisce, ancora una volta, la richiesta di un confronto permanente attraverso la costituzione di un tavolo tra Stato, Regione siciliana ed Enti locali dell’Isola».