È stata definita “la Carta di Palermo” il documento programmatico con cui sono state sintetizzate le istanze emerse nel convegno ”Gestione dei rifiuti per lo sviluppo dei territori. Opportunità e buone pratiche nel contesto europeo” organizzato a Palermo dall’eurodeputato Raffaele Stancanelli (FdI) e al quale hanno partecipato sindaci, amministratori pubblici e tecnici: ‘la Carta di Palermo” sarà consegnata al governo Musumeci e ai futuri governi della Sicilia “per immaginare un sistema virtuoso dei rifiuti che avvicini l’Isola agli esempi gestionali europei”.

Il documento

Nel documento viene auspicata la “promozione di un inter parlamentare teso a riformare ed emendare in senso migliorativo la legge vigente in materia, al fine di rendere più efficienti sia i procedimenti di realizzazione degli impianti sia del procedimento di gestione dell’intero ciclo dei rifiuti”.

La riforma rifiuti

“Il percorso della riforma della legge attuale si ritiene maggiormente percorribile, a fronte dell’attuale percorso intrapreso dall’attuale governo regionale, il cui disegno di legge, pendente dal giugno 2018, non ha trovato allo stato l’approvazione dell’Ars“, si legge. Si invoca “di realizzare una filiera completa all’interno della Regione siciliana che inizi con la produzione del rifiuto fino all’utilizzo della materia prima secondaria prodotta, ovvero fino al recupero del rifiuto e alla sua trasformazione in altro prodotto o energia”.

Raccolta differenziata, rifiuti, Porta a PortaE’ antieconomico pensare di mandare fuori dall’isola ogni tipo di rifiuto – si legge – La circolarità e la sostenibilità devono essere integrate in tutte le fasi della catena del valore per raggiungere un’economia completamente circolare: dalla progettazione alla produzione, fino al consumatore. La raccolta differenziata è importantissima ma è solo un anello della filiera. In altre parole, servono tutti gli impianti: gli impianti di selezione; gli impianti di compostaggio e/o digestione anaerobica per la valorizzazione della frazione umida; la discarica (perché rifiuto zero non esiste, la discarica deve ricevere il rifiuto indifferenziabile, i sovvalli e altri residui); gli impianti/industrie che trasformano materia prima secondaria (carta, plastica, vetro, tessuti) in prodotto; sviluppo di impianti digestione anaerobica; produzione fanghi da depurazione; bonifiche siti inquinati e ampliamento siti discariche”.

“Siamo in ritardo di 30 anni”

“I rifiuti sono diventati un problema enorme. Ci sono alcune novità positive. Il ministro Roberto Cingolani ha emanato i bandi per finanziare gli impianti. Ci sono miliardi di euro. Siamo in ritardo di 30 anni”. Così l’eurodeputato Raffaele Stancanelli in una intervista pubblicata oggi da Repubblica Palermo.