Chiesta la conferma dell’assoluzione per Antonina Giovanna Di Pisa e il figlio Calogero Marretta, accusati dell’omicidio di Vito Damiano, 84 anni di Prizzi, nel Palermitano. I fatti erano avvenuti nella campagna del comune in provincia di Palermo a settembre del 2007. La richiesta arriva dal procuratore generale Francesca Lo verso nel processo di appello.

Chiesta una nuova assoluzione

Come fanno sapere i legali Roberto Mangano,  Enrico Sanseverino e Salvo Priola, nel corso dell’appello il pg ha chiesto che i due familiari vengano assolti come d’altronde è già avvenuto nel processo di primo grado celebrato davanti alla Corte di Assise di Palermo con sentenza arrivata nel luglio 2020.

Il pensionato morì nel settembre 2007

L’omicidio di Vito Damiano avvenne il 16 settembre 2007 nelle campagne di Prizzi. Il pensionato morì a seguito delle lesioni, cinque delle quali mortali, che gli erano state inferte con armi da taglio, mentre si trovava all’interno del proprio casolare. Secondo le indagini Vito Damiano avrebbe sorpreso madre e figlio mentre si stavano impossessandosi oggetti di sua proprietà, tra i quali un fucile calibro 12 e alcune cartucce. Un tentativo di furto in casa degenerato in una rapina aggravata, poi finita nel peggiore dei modi. I Carabinieri produssero anche alcune intercettazioni a carico dei due familiari ma nel corso del processo non ressero.

Le accuse smontate

Dopo 10 anni scattarono gli arresti. I legali Roberto Mangano, Enrico Sanseverino, e Salvo Priola riuscirono però a dimostrare l’estraneità degli imputati, e la assoluta inattendibilità di Rosalia Di Pisa, sorella di Giovanna, che in occasione di monologhi avuti nella propria auto oggetto d’intercettazione, li accusava di essere gli autori dell’omicidio. L’impianto accusatorio venne così smontato fino all’assoluzione di madre e figlio.

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